Sergio Conceiçao è pronto ad affrontare l'Inter a San Siro nell'andata degli ottavi di Champions League. Il tecnico del Porto si troverà di fronte un compagno di mille battaglie, con cui ha diviso lo spogliatoio della Lazio tra il 1998 e il 2000 e poi di nuovo nella stagione 2003/04: "La sfida non è tra Inzaghi e Conceiçao, ma tra due squadre che hanno tanta storia - le sue parole in conferenza stampa -. Mi fa piacere rivedere Simone, siamo stati insieme a Roma e abbiamo vinto dei titoli importanti. Adesso facciamo un altro lavoro, più impegnativo, ma ugualmente appassionante. Mi aspetto una gara difficile, l'Inter è una squadra con tanti giocatori di valore, un gioco chiaro e variabili interessanti".
Nel suo passato, naturalmente, anche la stessa Inter: "Tornare a San Siro? L'emozione è sempre grande, sapete l'affetto che ho per l'Italia, è un Paese che mi ha accolto quando avevo 22-23 anni. All'Inter ho giocato un po' meno, mi sono infortunato quando sono arrivato, dopo bellissime stagioni con la Lazio e con il Parma. In nerazzurro purtroppo non ho fatto così bene come in quelle squadre".
I nerazzurri sono un avversario temibile, ma Conceiçao sa di poter puntare sull'esperienza internazionale dei suoi: "Sono una squadra forte, piena di grandissimi giocatori. Una squadra abituata ad avere test settimanali di livello molto alto, che gioca in uno dei campionati più competitivi del mondo e che negli ultimi tre mesi ha perso soltanto una volta. Sappiamo le qualità che hanno, ma siamo consapevoli anche delle nostre. Siamo abituati a certi palcoscenici, siamo un club storico e ci dobbiamo presentare come tale. Guardando a livello storico, dal 2004 in avanti il Porto ha raccolto un gran numero di titoli nazionali e internazionali. Guardando il livello in generale però noi e il Bruges eravamo un gradino più in basso rispetto agli avversari del girone (Bayer Leverkusen e Atletico Madrid, ndr), ma dentro il campo sicuramente proveremo a dare tutto".
Sull'importanza della presenza o meno di Lukaku preferisce non sbilanciarsi: "Non sono Inzaghi, questa è una bella domanda, ma per Simone. Penso che abbia attaccanti fortissimi, dopo sceglierà in base alle sue esigenze".
L'allenatore del Porto afferma di non essere mai stato vicino all'Inter o al Napoli in passato e, interrogato su un suo possibile futuro in Italia, preferisce glissare: "Io amo l'Italia, è un Paese meraviglioso che ha tantissime qualità, più dei suoi difetti. Qui ho imparato da giocatore, dagli allenatori che ho avuto ho imparato qualcosa, chi è umile impara sempre qualcosa da chiunque, anche da chi taglia l'erba del campo. Dobbiamo sempre avere l'intelligenza di pensare che non sappiamo tutto. L'esperienza in Italia è stata importante per tutte le persone che ho conosciuto, anche se poi ognuno ha le sue idee".
Poi il discorso si è spostato sul piano del gioco: "Non possiamo sfuggire da quello che siamo, se vogliamo passare dobbiamo essere una squadra intensa, viva in tutta la partita. Giocare contro queste squadre è una sfida enorme. È veramente stimolante preparare una partita del genere. Cercare le chiavi per vincere partite di questo tipo è entusiasmante, l'obiettivo è quello di passare il turno".
Infine un commento sui giocatori a sua disposizione: "Alcuni giocatori che ho chiamato avevano degli infortuni, delle lesioni muscolari, ma come sappiamo ogni ora che passa è importante per il recupero e abbiamo la speranza di recuperarli. Non sono pronti per giocare novanta minuti, ma sono venuti comunque con noi in trasferta. Sono in un periodo di transizione fra l'infermeria e il campo, spero che domani avremo buone notizie. Galeno e Otavio stanno recuperando, vediamo come andrà l'allenamento di domani. Stiamo facendo di tutto col nostro staff medico per vedere se ci possono aiutare domani".