Emerge un nuovo capitolo nell'ambito dell'indagine sui conti della Juventus. Sulle pagine del Corriere della Sera sono stati riportati stralci dell'interrogatorio dei pm a Paolo Piccatti, presidente del collegio sindacale bianconero dal 23 novembre 2009 al 29 novembre 2021: "Sapevamo quello che era uscito, cioè il risparmio e la riduzione tout court degli stipendi. Quando abbiamo letto gli atti di questo fascicolo (cioè tutto quanto è emerso dalle indagini, ndr) delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati".
Il commercialista, che è tra gli indagati ma la sua posizione è stata stralciata in vista di una presumibile richiesta di archiviazione, nega invece di essere venuto a conoscenza della scrittura privata con Andrea Agnelli citata da Giorgio Chiellini in una intercettazione e in cui ci sarebbero dettagliati i veri accordi sulla riduzione degli stipendi, diversi dal comunicato ufficiale prodotto dal club: "Mai vista".
Piccatti dice di non sapere nulla neppure della richiesta di Cesare Gabasio, di restituire le scritture d'integrazione "without the date" (senza data): "Mai visto e mai sentito". Stessa cosa per la seconda manovra stipendi: "Assolutamente no. Noi non eravamo a conoscenza di nulla di tutto questo. Ho visto questi atti nel vostro fascicolo, tutto questo ambaradan non ci è stato comunicato. Se avessimo avuto conoscenza di fatti di questa natura, ci saremmo agitati non male".
Infine i pm chiedono a Piccatti - che spiega di fare questo lavoro "da quasi 40 anni, in una trentina di società" - del modo in cui si è comportato il Consiglio d'Amministrazione: "Confermo che sono scosso e arrabbiato. (Le manovre stipendi, ndr) dovevano essere eseguite e recepite in modalità totalmente differenti (con il collegio sindacale, ndr)". Non filtra preoccupazione invece dal punto di vista delle plusvalenze: "Il problema non è mai giunto alla nostra attenzione. Se posso osare, siamo andati anche a leggere la nuova relazione di Deloitte, che non effettua rilievi sul tema plusvalenze".