È questione di responsabilità (sottointeso da parte di Mercedes, ndr), di ammetterlo e dire: Sì, è vero. Sai cosa? Non ti abbiamo ascoltato, siamo rimasti indietro e adesso dobbiamo recuperare terreno". Il classico pugno seguito dall'altrettanto classica carezza: è l'uno-due dolceamaro (anzi, il contrario) assestato da Lewis Hamilton alla Mercedes all'apice di un'intervista alla BBC a metà strada tra Sakhir e Jeddah. Il sette volte iridato colpisce il suo team in pieno volto a proposito dello scarso ascolto accordato ai suoi consigli, poi prova a convincersi che non tutto è perduto, tranne forse la candidatura all'ottavo titolo. Prima c'è da tornare alla vittoria, missione che Lewis non centra più dal 2021.
"Ho guidato tante di quelle macchina nella mia carriera da sapere benissimo cosa serva e cosa invece non serva ad una macchina per essere competitiva. Il problema è il comportamento in percorrenza di curva, si tratta di individuare i punti deboli e fare gruppo: ed è quello che stiamo facendo. Abbiamo vinto tanti titoli. È solo che questa volta non ci abbiamo azzeccato e per la verità neanche l'anno scorso, ma questo non significa che non possiamo ribaltare la situazione".
Hamilton insomma non rinuncia al suo ruolo di faro e di pungolo, evidentemente ancora abbastanza "affamato" (nonostante i sette allori di cui sopra) da spingere al massimo per tentare di raddrizzare una stagione iniziata come minimo sottotono. Prima ancora che il pericolo della seconda monoposto "sbagliata" in altrettanti anni (soprattutto de il confronto era con le sette "iridate consecutive) il rischio che Hamilton sembra evocare è quello di una perdita a lungo andare della mentalità vincente. La storia della Formula Uno d'altra parte (e quella di tutto lo sport ai massimi livelli) è fatta di cicli e forse - dopo due Mondiali vinti dal binomio Verstappen-Red Bull (il primo in modo controverso e proprio ai danni di LH44, il secondo senza rivali) - sarà il caso di ammettere che il ciclo del campione olandese è già ben avviato, cosiccome quello dei Tori, il cui poker consecutivo "targato" Vettel (dal 2010 al 2103) era stato "terminato" proprio dalla Mercedes con Hamilton e - una tantum, nel 2016 - con Rosberg. Secondo un'alternanza ormai molto più che decennale che continua ad escludere... la Ferrari.