Antonio Conte è tornato a parlare dopo l'eliminazione dalla Champions League. Lo ha fatto in occasione della conferenza stampa di presentazione della sfida tra il suo Tottenham e il Nottingham Forest, che è stata anche l'occasione per discutere nuovamente del suo futuro: "Il club sa molto bene qual è la mia situazione e quali sono i miei pensieri - ha detto il tecnico italiano -. Se devo diventare la persona da prendere come bersaglio... No, non sono questa persona. Servono tempo e pazienza, anche se ho capito che la pazienza è finita per i tifosi, quindi vedremo cosa accadrà in futuro. Non sono così stupido da uccidermi. Se mi chiedete se sono pronto a morire per questo club dico sì, fino alla fine, ma non sono così stupido da uccidermi".
"Ho firmato un contratto strano da un anno e mezzo, di solito si firma per 3 anni, ma penso sia stato fatto per poter valutare la situazione - ha proseguito -. Il club doveva capire le mie capacità da allenatore, la mia personalità e per me è stato lo stesso, per capire se eravamo sulla stessa linea. Ora dopo un anno e mezzo il club mi conosce, io conosco loro e la situazione è chiara. Finiremo la stagione e si vedrà, loro conoscono molto bene i miei pensieri. Fino alla fine della stagione sono pronto a morire per gli Spurs, in questo momento la cosa più importante è concentrarci sul campionato. Sapete il mio desiderio, aspiriamo a essere competitivi e a lottare per vincere. Lo ripeto da tanto".
Inevitabile, poi, parlare del caso Richarlison: "Ho ascoltato la sua intervista. Lui non ha criticato me, ha detto semplicemente che la sua stagione è una m... E ha ragione. Perché la sua stagione non è stata buona. Ha avuto tanti infortuni: si è infortunato in Champions, poi è andato ai Mondiali, ma è stato eliminato e ha avuto un altro infortunio. È stato fuori un mese, poi un altro stop. Ha segnato zero gol con noi, solamente due in Champions. Il ragazzo è stato molto onesto, ma la stagione non è finita e ha il tempo di riprendersi. Se si meriterà di giocare gliene darò l'opportunità, altrimenti giocherà qualcun altro".
Richarlison, in realtà, si è lamentato anche dello scarso utilizzo, affermando di non capire perché stia giocando così poco ultimamente. Conte, difatti, ha poi proseguito bacchettando il suo calciatore per i toni eccessivamente egoistici utilizzati nell'intervista: "Quando parli dicendo sempre 'io, io, io' significa che pensi solo a te stesso, non alla squadra, non al club. Questo comunque lui lo ha capito molto bene, ha chiesto scusa e per me è stata una cosa positiva, perché ho potuto chiarire l'importanza dello spirito di squadra una volta di più. Questo è un aspetto su cui dobbiamo migliorare. Io ho dei bravi ragazzi a disposizione, ma a volte essere bravi non basta, serve spirito di sacrificio, voglia di lottare... A volte siamo un po' molli".