Dopo aver rotto il silenzio sui social all'indomani della sentenza di primo grado, che lo ha visto condannato a 6 anni di carcere per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza, Manolo Portanova ha convocato una conferenza stampa affiancato dal suo avvocato. "Penso che il nostro silenzio sia durato troppo. A oggi quello che posso dirvi è che continuo a chiedermi perché stia succedendo tutto questo - ha dichiarato il calciatore del Genoa -. Soffro per tutto quello che sento, che leggo e per tutte quelle persone che ne fanno parte e sono coinvolte in questa vicenda. Fino a qualche settimana fa l'unico scopo era indossare la maglietta più bella del mondo, ora sto rinunciando a un sogno di un bambino. Anche se avrei diritto di giocare purtroppo questa vicenda non è solamente in tribunale ma soprattutto mediatica. Oggi non porteremo ipotesi ma prove che non sono state guardate e se ne occuperà il mio avvocato (Gabriele Bordoni ndr)".
Portanova è stato condannato lo scorso 6 dicembre a 6 anni di carcere dal tribunale di Siena per violenza sessuale di gruppo in relazione agli abusi subiti da una ragazza in un appartamento del centro storico la notte fra il 30 e il 31 maggio 2021. Condannato alla stessa pena anche lo zio del calciatore del Genoa. Entrambi avevano scelto il rito abbreviato. Il giudice ha inflitto a Portanova anche una provvisionale di 100.000 euro a favore della ragazza di cui ha abusato, una di altri 20.000 euro a favore della madre della giovane e una di ulteriori 10.000 euro a favore dell'associazione senese "Donna chiama Donna" costituitasi parte civile.
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
Secondo il giudice di Siena Ilaria Cornetti, la ragazza abusata "manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con i quattro ragazzi", volontà espressa "in modo ripetuto e inequivocabile"; "il suo dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto".