LOTTA

Doping, Chamizo positivo: tolto il bronzo mondiale del 2022

Rilevata una sostanza stupefacente a un test eseguito in Serbia a settembre, l'azzurro ha patteggiato uno stop di tre mesi. "Ma nulla a che fare con le gare"

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Il lottatore azzurro Frank Chamizo è risultato positivo a una sostanza stupefacente a un test antidoping eseguito da un'agenzia internazionale privata in occasione degli ultimi Mondiali disputati in Serbia a settembre. In virtù della positività ha patteggiato una pena di 3 mesi, che è stata già scontata. La sanzione aggiuntiva, secondo il regolamento internazionale ha comportato la perdita del bronzo iridato vinto nella stessa competizione. "Nella mia vita non ho avuto mai nulla a che fare col doping e che ho condiviso il provvedimento della Federazione internazionale di revocarmi la medaglia - ha detto Chamizo all'ANSA - Nel procedimento ho tenuto pero' a dimostrare che la sostanza trovata non aveva nulla a che fare e non aveva avuto nessun effetto sulle gare".

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Il patteggiamento e la pena minima all'italo-cubano sono stati possibili grazie al fatto che la positività dell'atleta era stata riscontata in bassissime percentuali. "So di aver commesso un errore, per questo ho concordato di perdere la medaglia ed ho dichiarato la disponibilità a sottopormi a ogni controllo o programma di recupero per dimostrare la mia correttezza", ha aggiunto Chamizo, che si è detto desideroso di "sgombrare ogni dubbio" sulla sua correttezza.

"Ho seguito Chamizo in questa vicenda che poco aveva a che fare con il doping se non per una normativa che in una parte consente l'uso delle cosiddette sostanze d'abuso e dall'altra punisce gli atleti che risultano ad esse positivi", aggiunge l'avvocato Giovanni Fontana, legale del lottatore italiano "L'uso è consentito, nel caso di Frank è emerso chiaramente che era un uso avvenuto lontano dalle gare, che non aveva avuto alcuna
influenza sulla performance, ma un regolamento che si contraddice porta poi a punire una condotta in altra parte non prevista come violazione - spiega l'avvocato -. Avremmo dovuto portare il caso di fronte al Tas per far emergere il controsenso ma Frank ha ritenuto di voler accettare comunque una pena ritenendo di dover comunque pagare una leggerezza commessa in un periodo molto difficile dove aveva perso una persona cara. È una cosa che gli fa onore".

LA FEDERAZIONE: "GARA NON INFLUENZATA"
"Rispettiamo i regolamenti e le decisioni ma al contempo riteniamo sia giusto dire che la gara di Chamizo non era stata in alcun modo influenzata dall'uso di sostanze. La UWW, a seguito di approfondita istruttoria dopo la segnalazione da parte dell'agenzia indipendente ITA (International Testing Agency), ha verificato che la positività era dovuta al consumo di una sostanza di abuso a scopo ricreativo, avvenuto lontano dalle gare (tanto che la quantità trovata era molto bassa) e ha comminato la pena minima di 3 mesi che si è esaurita lo scorso mese di gennaio. Tant'è che l'atleta ha già da tempo ripreso la preparazione in vista degli imminenti Campionati Europei Senior di Zagabria". Così la Fijlkam, in una nota dopo la comunicazione del provvedimento con cui è stata revocata la medaglia conseguita da Frank Chamizo agli ultimi Mondiali di lotta, per aver fatto uso di sostanze proibite. "Pur non volendo giustificare l'uso di tale sostanza da parte dell'atleta e ritenendo che vada sempre e comunque preservata l'etica dello sport, risulta chiaro tuttavia che il caso di Chamizo ci pone in presenza di un errore umano. Ci è d'obbligo, inoltre, sottolineare che l'atleta Chamizo ha raggiunto grandi risultati senza mai aver ricorso ad aiuti esterni ed illeciti"", conclude la nota.

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