DOPO LO SFOGO

Conte-Tottenham, frattura insanabile: nodo ingaggio per il ritorno in Italia

L'avventura a Londra è ormai agli sgoccioli: il tecnico vuole la Serie A, ma guadagna 17 milioni netti a stagione

© Getty Images

Dopo il clamoroso sfogo per il pareggio contro l'ultima in classifica, l'avventura di Antonio Conte al Tottenham è ormai agli sgoccioli. Le pesanti parole in conferenza stampa hanno portato una frattura insanabile con gli Spurs, tanto che in Inghilterra chiedono addirittura l'esonero immediato dell'allenatore salentino. L'addio è ormai inevitabile e Conte ha manifestato ampiamente la volontà di tornare in Italia per avvicinarsi alla famiglia. Le suggestioni non mancano, da un ritorno alla Juventus fino a un'Inter-bis, ma resta un grosso nodo, forse insormontabile: l'ingaggio da 17 milioni netti a stagione, cifra che nessuna squadra in Serie A può permettersi di mettere a bilancio.

Prima l'eliminazione dalla FA Cup, poi quella ben più dolorosa dalla Champions League contro il Milan e ora questa brusca frenata che mette in serio pericolo il quarto posto. Sono settimane da incubo per Antonio Conte, che non sa più dove sbattere la testa e si ritrova alla guida di una squadra irriconoscibile, che ha subito la bellezza di 40 gol in Premier e ieri ha buttato via nell'ultimo quarto d'ora due gol di vantaggio contro il fanalino di coda Southampton. Un harakiri che ha mandato su tutte le furie l'allenatore salentino, uno sfogo che ha sancito il suo addio al Tottenham, con parole dure nei confronti di tutti, giocatori e dirigenza.

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Non è un mistero che Conte voglia tornare ad allenare in Serie A per stare più vicino alla famiglia e per tornare a competere per la vittoria. Il problema è che al momento non c'è una panchina di livello libera (troppo presto per Inter e Juventus decidere il futuro di Inzaghi e Allegri ancora in corsa per i primi quattro posti, Coppa Italia e in Europa), ma soprattutto il suo ingaggio è fuori portata. L'unica cosa certa è che Conte dovrebbe dare una bella sforbiciata al suo dispendio (almeno del 30-35%).

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