GP ARABIA SAUDITA

Perez sogna in grande, FIA nel caos: Alonso su e giù dal podio. Ferrari nel vicolo cieco?

 La seconda tappa del Mondiale sulla Corniche saudita conferma i verdetti dell'esordio stagionale

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SERGIO PEREZ: 9,5 Il difficile viene adesso: come l'anno scorso, Jeddah lancia la candidatura del messicano ma emanciparsi dalla straripante presenza di Verstappen resta impresa al limite dell'impossibile. Intanto, voto alto a Checo per aver... rimpiazzato l'olandese in pole ed aver retto alla sua rimonta, tenendo i nervi saldi nel finale, anche quando le comunicazioni via radio hanno iniziato ad insinuargli dubbi e a popolare di fantasmi la sua mente. Mezzo punto in meno per essersi fatto soffiare la prima posizione da Alonso al semforo.

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FERNANDO ALONSO: 7

Dite che è troppo poco per l'unico pilota in grado di rivaleggiare in pista con le Red Bull in questo scorcio iniziale di stagione? Beh, se esaltiamo ogni due per tre la grande esperienza del due volte iridato, tocca anche prendere nota del grave errore nel mettere al posto giusto la sagoma della sua Aston Martin sulla griglia. Il podio numero cento (messo nel mirino dopo il terzo posto in Bahrain) svanisce come un miraggio nel deserto poi riappare nella tardissima serata saudita "grazie" allo stato confusionale dei giudci FIA.  Il resto è ancora una volta da applausi, a partire dallo scatto felino allo spegnersi del semaforo.

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CHARLES LECLERC E CARLOS SAINZ: VOTO 6,5

Finisce nell'anonimato un weekend inziato con il podio al ritorno nelle gare di durata alla Mille Miglia di Sebring. Ok, le due specialità non sono paragonabili ma la constatazione resta. A Jeddah due prestazioni iniziate in modo diverso per Carlos (che scattava dalla seconda linea) e per Charles, costretto alla rimonta. Cambia tutto dopo la sosta ai box: le gomme "cancellano" ancora una volta le ambizioni di entrambi, costretti a contare alla rovescia i giri verso il traguardo senza alcuna prospettiva di migliorare le rispettive posizioni. E se entrambi raggiungono la sufficienza, sotto la linea di galleggiamento è la FERRARI (VOTO 5), la cui visuale sulle Red Bull è sbarrata dalle sagome di Aston Martin e Mercedes, alle prese con un evidente problema di filosofia di base del progetto difficilmente ribaltabile in tempi brevi.

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MAX VERSTAPPEN: VOTO 8

Rimonta dall'ottava fila con "coscienziosa furia", senza mai mettere una ruota fuori posto. Ci aspettavamo solo più implacabilità nel negare la gioia del podio alto al compagno di squadra ma due campagne iridate condotte a buon fine hanno evidentemente insegnato a Max una visione generale che va oltre la singola gara e che pare già puntata sul tris. Meglio quindi anche da poarte nostra tenere i dieci per le sue imprese a venire.  

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GEORGE RUSSELL: VOTO 8

Sale e scende dal podio saudita in altalena con il (alla fine) legittimo proprietario Alonso. Intanto  si avvicina alla Freccia Nera gemella di Hamilton ed alla Ferrari di Sainz nella classifica generale. È un po' il suo stile: crescere senza strafare. La partenza a handicap di Verstappen e Leclerc lo ha aiutato a scattare dalla seconda fila, poi lui ha fatto tutto per bene: anche e soprattutto nei confronti del compagno di squadra sette volte campione del mondo.

LEWIS HAMILTON: VOTO 5

A Jeddah (teatro due anni fa della sua ultima vittoria) Lewis puntava sicuramente al podio, centrato invece un po' fortunosamente dal compagno di squadra, che lo aveva però battuto anche in qualifica. Non è un gran momento per Hamilton che - ormai è chiaro - è alle prese con una stagione da dentro o fuori. Dalla Formula Uno oppure dalla Mercedes. 

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FIA E FORMULA ONE: VOTO 4

C'è da spostare una macchina. Dalla Safety Car convocata in pista in attesa di evacuare la Aston Martin di Stroll che impediva il passaggio all'autogru in caso di necessità al podio concesso ad Alonso salvo poi levargli la coppa di mano per consegnarla a Russell e dopo tre ore cambiare di nuovo idea, restituendo allo spagnolo il terzo posto alle spalle delle Red Bull. Passano gli anni (ricordate Jeddah 2021?) ma i criteri dell'applicazione del regolamento sportivo restano insondabili e opinabili e l'approssimazione nella modalità di prendere decisioni totalmente inaccettabile.

KEVIN MAGNUSSEN: VOTO 7

Punzecchiato da un tedesco ben più coriaceo del giovane Schumacher che aveva "masticato" nel 2022, il danese fa pari con Hulkenberg (più brillante di lui in Bahrain) e arpiona il punto del decimo posto strappandolo nel finale a YUKI TSUNODA (VOTO 7 alla prova volitiva del giapponese)

MCLAREN: VOTO 4

Oscar Piastri getta al vento la quarta fila al via sgomitando al via con Gasly: succede, ci mancherebbe, ma questo costa al team arancione l'unica chance di ben figurare dopo i problemi della vigilia che avevano confinato Norris all'ultima fila. Fatte le dovute proporzioni, tra le squadre di alto lignaggio, McLaren fa molto peggio della Ferrari e le chances di "svoltare" sono ancora più ridotte.