sguardo futuro

Da Inzaghi a Lukaku: l'Inter e la rivoluzione (im)possibile

Il tecnico sotto processo, tanti i giocatori in bilico ma senza un cambio di proprietà è difficile pensare a un cambio radicale di strategie

di
oraxora placeholder

Perdere prima della sosta per le nazionali è una doppia sciagura, figuriamoci dopo una sconfitta contro la Juventus piena di polemiche: il processo diventa doppio e chi ne fa le spese è un po' tutta la squadra, allenatore compreso. Lo sanno bene l'Inter e Simone Inzaghi, non è un caso che si è immediatamente tornati a parlare del futuro del tecnico, così come dei calciatori in bilico, dei possibili obiettivi del calciomercato estivo e così via: il club nerazzurro sembra condannato a una rivoluzione che, alla prova dei fatti, sarebbe molto complicata.

 Lo scudetto perso un anno fa è l'eterna spada di Damocle sulla testa di Simone Inzaghi, qualcosa che i tifosi non gli perdoneranno quest'anno - a meno di qualcosa che andrebbe oltre il miracoloso, ovvero alzare la Champions League - visto che il campionato ha preso la strada di Napoli. La stagione scorsa sono arrivate Coppa Italia e Supercoppa Italiana oltre al passaggio del girone di Champions, quest'anno Supercoppa in bacheca, semifinale da giocare in Coppa Italia e i quarti di Champions. Il tutto in mezzo a difficoltà oggettive come le voci continue di una possibile cessione della società, due sessioni di mercato che non hanno certo rafforzato la rosa e qualche infortunio di troppo.

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Poi però bisogna mettere sul piatto della bilancia una rosa che è tra le prime tre della Serie A e non può stare a 21 punti dalla capolista dopo 27 giornate ed è quindi "fisiologico" che arrivi in semifinale di Coppa Italia e possa vincere la Supercoppa. Il fiore all'occhiello dei quarti di Champions è obiettivo raggiunto anche da Stefano Pioli, giusto per non fare tanta strada e restando a Milano, e con una rosa (quella rossonera) che molti considerano inferiore. Insomma, Simone Inzaghi non è in discussione ma un cambio a fine anno non sarebbe impensabile e anche se gran parte dei tifosi sogna il ritorno di Antonio Conte, sembra difficile che l'ex ct torni con premesse simili - o peggiori - di quando era andato via sbattendo la porta: la proprietà è la stessa, le possibilità di spesa anche e la rosa è pure peggiorata. Senza contare un ingaggio assai pesante...

 Reparto per reparto, sono diverse le questioni spinose da risolvere e che probabilmente verranno trattate con più decisione più avanti nella stagione. L'impossibilità di poter essere certi di una qualificazione alla prossima Champions League blocca un po' tutto, anche rinnovi che sembravano sulla buona strada come quelli di Dzeko e D'Ambrosio. Tutto fermo con de Vrij mentre Gagliardini e Handanovic andranno a scadenza, e Bellanova non dovrebbe essere riscattato dal Cagliari. Milan Skriniar andrà al Psg, ottimismo invece per la permanenza di Acerbi. La situazione Lukaku è chiara nella sua complicatezza: formalmente a fine stagione tornerà al Chelsea, poi si imbastirà una trattativa per il nuovo prestito ma solo a cifre inferiori di quelle di questa stagione.

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Denzel Dumfries e Robin Gosens sono in bilico, il primo è tra i candidati alla cessione per fare cassa in vista dei rinforzi ma l'annata non certo positiva abbassa il prezzo e la voglia delle pretendenti di investimenti importanti; il tedesco vorrebbe giocare di più ma, dopo essere arrivato per 27 milioni, c'è bisogno di un'offerta sostanziosa per evitare un minusvalenza. Anche Brozovic potrebbe lasciare l'Inter, vista la centralità del ruolo trovata da Calhanoglu nel periodo in cui il croato era infortunato.

E in attacco? Detto di Lukaku, Lautaro è il pezzo più pregiato ma è anche quello per il quale la dirigenza nerazzurra resisterebbe a ogni costo a meno di offerte folli. Per Correa è un po' lo stesso discorso di Gosens, la situazione degli infortuni e l'ingaggio del Tucu scoraggiano le pretendenti che al limite offrirebbero un prestito, non utile alle casse nerazzurre.

 Insomma, se anche a livello di nomi e situazioni sarebbe teoricamente possibile un cambio radicale di rotta, senza una nuova proprietà sarà difficile ragionare come fanno i tifosi a San Siro sognando calciomercati faraonici: "Questi 10 li mando via e mi compro questi altri 10. E poi cambio allenatore". Navigare a vista è ciò che hanno imparato i dirigenti nerazzurri negli ultimi anni perciò qualche rinnovo sarà obbligato perché sarà impossibile progettare troppi acquisti, almeno un big verrà ceduto per fare cassa e si guarderà molto al mercato degli svincolati. Prima, però, va difesa a ogni costo la posizione che vale la qualificazione alla prossima Champions. Diversamente, i discorsi saranno molto diversi e non in senso positivo....

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