I RICORDI

Valentino Rossi: "Ritiro? Deciso ad Assen, lì ho scoperto di Giulietta. Penso ancora al 2015"

Il Dottore si racconta e ammette: "Il 2015 resta una ferita veramente molto profonda a cui penso anche troppo"

Valentino Rossi torna a palare del suo grande amore, quella MotoGP lasciata nel 2021 per affrontare nuove sfide, nella vita e nello sport. La più grande è stata quella di diventare papà della sua Giulietta, che quasi come segno del destino coincide con l'addio al mondo delle due ruote: "Ho deciso di smettere ad Assen e quel weekend ho anche scoperto di diventare padre. È successo tutto insieme".

Ospite del podcast "Passa dal BSMT", il Dottore ha ricordato quelle settimane che lo hanno portato a decidere per il ritiro: "Negli ultimi anni in cui stavo facendo più fatica, ne parlavo anche con Carlo, il mio preparatore, e dicevamo: ‘devi correre fino a quando non ce la fai proprio più, così dopo non hai nessun rimpianto. Ho deciso di smettere dopo Assen, perché c’era la pausa. Io volevo correre ancora, ma mi sono detto: ‘Vediamo se sono ancora competitivo, perché non posso venire qui a fare 12°’. Assen era una gara molto importante, perché è una delle mie piste preferite. Uno dei tracciati dove ho vinto dieci volte, quindi Assen è stata sempre un po’ casa mia”.

E proprio ad Assen è arrivato il segno che Rossi aspettava: "Nelle prove non ero male, ma poi in gara sono partito male e mi sono steso. Stavo lottando con Bastianini, tipo e ho fatto un bel botto. Ho distrutto la moto e quando sei lì nella ghiaia dici: ‘Se ho bisogno di qualche segnale per decidere se smettere o meno è questo’. Immaginatevi lo stato d’animo, perché vuol dire smettere di fare una vita che ti piace e che hai fatto per 25 anni".

Quello fu anche il weekend della grande scoperta del futuro da papà: "Prima di partire sono andato a pranzo con Francesca e mi fa ‘non mi va il caffè. Strano perché a me è sempre piaciuto il caffè. Magari faccio un test nei prossimi giorni’. Io le ho detto ‘va bene’ e sono partito per Assen, poi quando ero lì non ho pensato al suo test.Quando siamo arrivati ho detto a Francesca di venire giù a Cattolica, che saremmo andati a cena, ma lei mi ha detto: ‘No, no, vieni su te’. Mi ha stranito questa cosa, perché di solito veniva giù lei. Poi ho pensato: ‘Mi sa che mi deve dire qualcosa’. E dopo, infatti... È successo tutto insieme, ho scoperto di diventare padre forse il giorno in cui ho deciso di smettere di correre”.

Le moto gli hanno regalato 25 anni di gioie, con nove titoli mondiali vinti, ma anche il dolore per il decimo sfumato. E un anno che di certo non potrà dimenticare è il 2015: "Nel 2015 Marquez ha deciso di farmi perdere il Mondiale, facendo vincere un altro che però non era neanche il suo compagno di squadra. Anzi era il mio compagno di squadra. Ha inventato delle scuse, dicendo che io gli avevo fatto qualcosa, ma la realtà è semplicemente che io per lui ero quello da distruggere, il mito da distruggere in modo che lui potesse diventare ciò che ero io. Quello è stato un momento bruttissimo, assurdo. Non mi ha dato la possibilità di giocarmi il titolo con Lorenzo fino in fondo in un anno stellare, sarei potuto diventare campione del mondo per la decima volta. Mi ha impedito di mettere la ciliegina sulla torta della mia carriera. È stata una grandissima ingiustizia, una macchia che non andrà mai via".

"Se adesso penso a quelle ultime tre gare del 2015, ho esattamente la stessa sensazione di quando ho tagliato il traguardo. Sono passati otto anni, ma resta una ferita veramente molto profonda a cui penso anche troppo- ha ammesso-. Poi fortunatamente ho fatto tante altre cose nella mia carriera che mi rendono felice. Ma quella resta una roba brutta