Se la Uefa, al termine dell'indagine avviata per il 'Caso Negreira', dovesse sanzionare il Barcellona con l'esclusione dalla prossima Champions League senza aspettare le eventuali condanne in primo e secondo grado da parte della giustizia spagnola, rischierebbe da parte del club catalano una richiesta di risarcimento multimilionario di non meno di 100 milioni di euro per i danni che andrebbe a subire. Il calcolo, come riporta il Mundo Deportivo, è stato stimato valutando l'importo che il Barça riceve per la partecipazione alla Champions League ogni stagione, più i danni per gli importi di sponsor o "merchandising" che il club smetterebbe di acquisire per la mancata partecipazione alla coppa. Dunque, in caso di condanna, il Barcellona non solo ricorrerebbe in appello ma presenterebbe in tribunale il risarcimento dato dal "danno consequenziale" e dal "mancato guadagno".
La violazione da parte del Barcellona sarebbe la lettera G dell'articolo 4 dei regolamenti di Champions League, Europa League e Conference League che stabilisce per l'iscrizione che una società non sia direttamente o indirettamente coinvolta "in qualsiasi attività volta a organizzare o influenzare l’esito di una partita a livello nazionale o internazionale".
La procedura scatterebbe nel momento in cui la giustizia spagnola non rilevasse alcuna violazione penale nel "Caso Negreira". In quel caso, sarebbe vincolante per l'Uefa che non potrebbe andare contro la legislazione vigente in uno Stato né contraddirne la sentenza. C'è un precedente di una situazione simile, quando la Uefa escluse il Fenerbahce dalla Champions League 2011-2012 a seguito di accuse di aver truccato delle partite nel cui processo il club turco venne assolto da tutte le imputazioni.