GP AUSTRALIA

F1 Australia: Verstappen domina nel caos, giornata da incubo per le Ferrari

L'olandese vince davanti a Hamilton e Alonso e vola a + 15 sull'altra Red Bull di Perez in vetta alla classifica: Leclerc fuori al primo giro, Sainz penalizzato e 12°

di Daniele Pezzini

Max Verstappen vince il GP d'Australia, conquista la sua seconda vittoria stagionale nel Mondiale di F1 e piazza il primo allungo in classifica iridata, volando a + 15 sul compagno di team Perez (5° al traguardo dopo essere partito dalla pit lane). Sul podio anche la Mercedes di Hamilton e l'Aston Martin di Alonso. Gara caratterizzata da tre bandiere rosse e da un finale folle e caotico: si chiude dietro Safety Car e con la Ferrari di Sainz che riceve 5 secondi di penalità per un contatto con Alonso al momento della terza partenza dalla griglia di giornata. Lo spagnolo, che era 4°, scivola così in 12esima posizione. Il disastro Ferrari era iniziato però già al primo giro, con Leclerc nella ghiaia e fuori dai giochi alla terza curva.

LECLERC SUBITO FUORI

Il primo giro è da sogno per la Mercedes, da dimenticare per la Ferrari: Russell brucia Verstappen in partenza e lo passa alla prima curva, imitato poco dopo da Hamilton. Poche posizioni dietro Leclerc stringe troppo la curva e si tocca con Stroll, la sua SF-23 si gira e finisce nella ghiaia, da dove non può più uscire. Safety Car in pista e gara finita dopo pochi secondi per il monegasco, al secondo "zero" di una stagione fin qui davvero disastrosa.

LA PRIMA BANDIERA ROSSA

Al settimo giro un incidente alla Williams di Albon porta all'ingresso della seconda Safety Car: Russell e Sainz decidono di approfittarne per effettuare il pit-stop e montare la gomma hard per andare fino in fondo, ma subito dopo, a causa della ghiaia in pista, i commissari decidono di esporre la bandiera rossa. Una mazzata per l'inglese e lo spagnolo, che alla ripartenza (dalla griglia) si ritrovano rispettivamente in settima e undicesima posizione.

Davanti Hamilton riesce a tenersi dietro Verstappen allo spegnimento dei semafori, ma all'olandese bastano poche curve per bruciare la Mercedes sfruttando il Drs di una vettura incredibilmente più performante di tutte le altre. Da lì per lui comincia una lunga passeggiata verso il traguardo, seguito a distanza da Lewis e dal solito Alonso.

SFORTUNA RUSSELL, RIMONTA SAINZ-PEREZ

Al 18° giro è costretto al ritiro uno sfortunatissimo Russell, che si ferma col motore della sua Mercedes in fiamme: la fine peggiore dopo un avvio di gara che lo aveva fatto sognare. I riflettori se li prendono Perez, che partiva dalla pit lane, e Sainz: il pilota Red Bull sale di sorpasso in sorpasso fino alla settima piazza, quello della Ferrari raggiunge i piedi del podio grazie anche a un sorpasso spettacolare sull'Alpine di Gasly.

LE ULTIME DUE BANDIERE ROSSE E IL CAOS FINALE

La gara sembra destinata a chiudersi così, ma a tre giri dalla fine arriva l'imprevisto: un incidente alla Haas di Magnussen porta alla seconda bandiera rossa e alla terza partenza dalla griglia di giornata. Allo spegnimento dei semafori è caos totale: Sainz si tocca con Alonso e lo manda in testacoda, le due Alpine di Gasly e Ocon si scontrano e finiscono contro il muro, in mille pezzi. Terza bandiera rossa. A quel punto mancherebbe un solo giro ed è qui che, ancora una volta, la direzione di gara va nel pallone: si decide di "cancellare" l'ultima ripartenza, ma completare la gara dietro Safety Car invece di dichiararla conclusa, ripartendo nell'ordine che le vetture avevano prima degli incidenti. In questo modo, chiaramente, vengono penalizzate le due Alpine, non più in grado di correre. Poco prima dell'ultimo start Sainz viene avvisato dei cinque secondi di penalità (definiti "inaccettabili" in maniera furiosa nel suo team radio): non avendo il tempo materiale di allungare su chi lo insegue si trasformano in un macigno che lo fanno sprofondare fuori dalla zona punti.

L'ORDINE D'ARRIVO FINALE