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Italia, Mancini: "Vogliamo la Nations League. Sugli oriundi polemica senza logica"

 Il ct azzurro: "I giocatori non ci devono rimanere male, se fanno gol e fanno bene noi li chiamiamo. Balotelli capitolo chiuso"

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"Il primo obiettivo è la Nations League a giugno e vogliamo portarla a casa". Archiviate le prime due gare di qualificazione a Euro 2024 contro Inghilterra e Malta, il pensiero del ct della Nazionale Roberto Mancini si focalizza sul prossimo impegno degli azzurri, che il 15 giugno a Eschede, in Olanda, affronteranno in semifinale la Spagna. La vincente della sfida se la vedrà con la vincente dell'altra semifinale tra i padroni di casa dell'Olanda e la Croazia. La finalissima è in programma il 18 giugno a Rotterdam. "Oriundi in Nazionale? Una polemica senza logica. Avete mai provato a fare una lista di attaccanti italiani convocabili in azzurro? I giocatori non ci devono rimanere male, devono giocare e fare gol, se li fanno e fanno bene noi li chiamiamo". 

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E ancora su Euro 2024: "Il nostro gruppo di qualificazione è abbastanza difficile - ha detto Mancini alla presentazione, presso la sede della Figc a Roma, del rinnovo della partnership tra Figc e Tim, top partner delle nazionali di calcio - Ci sono due squadre come Inghilterra e Ucraina, ma siamo positivi nonostante la nostra avventura sia iniziata con la sconfitta a Napoli. Abbiamo le qualità per andare avanti". 

Sul Mondiale allargato: "Non mi piace, così si aumentano ancora le partite, mentre penso che si debba provare a diminuirle, per dare la possibilità ai giocatori di respirare ogni tanto, senno' arrivano a un momento della stagione che sono molto stanchi".

" Balotelli in Nazionale è un capitolo chiuso? Sì, penso di sì. Gianluca Mancini? Lo abbiamo fatto debuttare noi in Nazionale, quando era ancora all'Atalanta, questo significa che crediamo nel giocatore, poi sono state fatte delle scelte ma è quasi sempre stato con noi". Sulla mancata convocazione di  Zaccagni: "Stesso discorso fatto per Mancini: lo abbiamo fatto debuttare in Nazionale noi, questo vuol dire che crediamo in lui. Se un giocatore è bravo io lo chiamo".