Con la vittoria di Marco Bezzecchi nel Gran Premio dell'Argentina, sale a quattordici (su un totale di ventiquattro), il numero dei piloti attualmente impegnati nella premier class capaci di salire almeno una volta sul gradino più alto del podio: poco meno di un terzo del totale. Uno schieramento ad alto tasso di qualità ma, resa giustizia alla grande affermazione del pilota del team VR46, chi sarà il prossimo a rompere il ghiaccio, tra i dieci che ancora mancano all'appello nel far risuonare le note del proprio inno nazionale? Succederà entro l'anno? Abbiamo individuato i tre maggiori "indiziati" o se preferiti i candidati più autorevoli, assegnando loro le percentuali di riuscita e cosa a nostro giudizio ancora manca a Luca Marini, Johann Zarco e Alex Marquez (di loro stiamo parlando) per fare la differenza - tutti e tre in sella alla Ducati - e portare a termine la missione-vittoria.
LUCA MARINI: 60%
Una rapida (nella tempistica) esecuzione dell'inno di Mameli è quanto auguriamo a Luca Marini, che di Bezzecchi è il compagno di squadra e che ora - al netto dell'amicizia con il trionfatore di Termas de Rio Hondo - è tra i colleghi di Marco quello al quale... prudono di più le mani, visto il confronto diretto. Il marchigiano è alla sue terza stagione nella MotoGP, alla quale è approdato nel 2021, all'indomani del secondo posto nel Mondiale della Moto2 (condito da tre vittorie) alle spalle di Enea Bastianini. Nella premier class Luca è cresciuto gradualmente, alternando fine settimana piuttosto brillanti ad altri... molto meno: questione di continuità. Due quarti posti back-to-back l'anno scorso a Spielberg e sull'asfalto amico di Misano, ai piedi del podio i suoi migliori risultati. Almeno per quanto riguarda il GP vero, perché poi proprio nel recentissimo GP d'Argentina il nostro è salito sul terzo gradino del podio della Sprint vinta da Brad Binder davanti... a Bezzecchi, sempre lui. A nostro parere ha tutte le possibilità di farcela, ad attraversare per primo la linea del traguardo entro l'anno. Gli serve magari un weekend dallo svolgimento fuori dagli schemi. In fondo lo stesso Bez è stato "aiutato" dalla pista bagnata.
JOHANN ZARCO: 75%
Era (e resta) il pilota più atteso all'appuntamento con la prima vittoria. Quantomeno il pilota del quale - nei capannelli del paddock, nei blog social, sulle tribune di un GP - in tanti sic chiedono: come mai Johann non ha ancora vinto? Alla sua settima stagione nella premer class, il pilota di Cannes ha totalizzato centoundici GP senza mai salire sul gradino più alto del podio ma può comunque vantare (non è assolutamente poco!) ben dodici apparizioni sul secondo, l'ultima delle quali proprio lo scorso weekend in Argentina. Sperando per lui che non si tratti del classico treno che passa una sola volta nella vita (e nella carriera) è piuttosto clamoroso il caso del primo scorcio di stagione del 2021 (già allora con la Ducati Pramac): quattro volte secondo nei primi sette GP! Per fare l'ultimo passo a Johann manca secondo noi una performance qualitativamente alta e costante nell'arco di un intero Gran Premio. La tenuta alla distanza insomma.
ALEX MARQUEZ: 45%
Approdato in MotoGP da campione del mondo (2019) della Moto2, cinque anni dopo il titolo della Moto3, il fratello minore del Cannibale Marc è alla sua quarta stagione nella premier class, la prima dopo aver lasciato (è il caso di dirlo) l'ala protettiva della Honda. La Desmosedici Gresini sembra avergli dato una marcia in più. A Termas de Rio Hondo ha messo a segno la pole, poi ha tenuto la testa sulle spalle e, dopo il quinto posto nella Sprint, ha chiuso il GP "full distance" sul gradino più basso del podio, terza apparizione sul podio stesso per Alex dopo i due secondi posti consecutivi di Le Mans ed Aragon nel 2020 con la Honda LCR. Con la testa, come scritto poco sopra (e come dimostrano due titoli nel mucchio selvaggio delle classi più piccole) lo spagnolo sicuramente c'è: gli serve forse solo un po' più di grinta e poi certo (ma vale anche per Marini e Zarco) un po' di buona sorte, circostanze favorevoli: insomma l'occasione giusta e - rende bene l'idea - la tempesta perfetta: come in fondo è successo a Bezzecchi nel bagnatissimo GP d'Argentina.