LA REPLICA

Napoli, De Laurentiis e i fatti in curva: "Sono delinquenti, serve la legge Thatcher in Italia"

Il presidente del Napoli ha ribadito la propria posizione: "Questa storia dura da 50 anni, non sono veri tifosi"

Aria tesa in casa Napoli tra il presidente Aurelio De Laurentiis e una parte della tifoseria. La sfida del Maradona contro il Milan si è svolta in un clima surreale, senza il sostegno dei tifosi più caldi che si sono fatti sentire solo per contestare il presidente e notare per i disordini interni alla curva che avranno strascichi. "Quelli non sono veri tifosi, sono delinquenti ai quali si permette di andare allo stadio - ha commentato lo stesso De Laurentiis invocando un cambiamento -. Fin quando non si prende la legge della Thatcher e la si porta in Italia, avremo sempre questi problemi".

Tra i temi della discordia tra la tifoseria più calda del Napoli e la presidenza De Laurentiis c'è un codice di condotta che non permette l'ingresso nello stadio di megafoni, tamburi, striscioni e quant'altro e, da un'altra parte della questione, un caro biglietti che secondo l'opinione dei supporters vorrebbe portare il Napoli ad avere uno stadio "per famiglie" ma a prezzi proponibili solo per persone benestanti.

Anche su questo tema De Laurentiis ha risposto dal Forum sugli stadi organizzato al Coni: "Il Milan, quando andremo su in Champions, incasserà oltre 10 milioni di euro. Noi forse arriveremo a 5. I rossoneri hanno messo il prezzo massimo a 800 euro, noi non più di 500 per la tribuna autorità. Le cose a Napoli non si pagano meno, dobbiamo smetterla di piangerci addosso perché Napoli è un superplus".

In città e sui social però serpeggia un po' di timore per eventuali scontri in una ipotetica festa scudetto, dopo quelli già visti durante Napoli-Milan tra gli stessi tifosi del Napoli: "Quelli sono delinquenti a cui è permesso andare allo stadio a mortificare i veri tifosi e le famiglie - ha ribadito AdL -. Mi auguro non ci siano in vista disordini nella festa scudetto che avverrà allo stadio, dove grazie alla Questura e alla Prefettura useremo tutte le precauzioni possibili. Ma non parliamo di festa che magari ci portiamo iella da soli... I napoletani stanno già festeggiando e io sono preoccupato perché sono molto scaramantico".

Per quanto riguarda il campo De Laurentiis non si è detto preoccupato dalla sconfitta contro il Milan, ma ha commentato lo screzio negli spogliatoi tra Spalletti e Maldini: "Ci può stare, sono momenti dove il risultato della partita può scatenarti qualcosa. Fa parte dello sport, sennò sarebbe tutto ammosciato. Spalletti ha carattere, ma è anche educato. Maldini avrà avuto i suoi motivi che non so".

TIFOSI CONTRO DE LAURENTIIS: IL PRESIDENTE IN QUESTURA

Un gruppo di circa 700 curvaioli del Napoli durante la partita contro il Milan non ha cantato, minacciando chi ha provato a farlo fino ad arrivare alla rissa che ha fatto il giro del mondo. Nel mirino la gestione di Aurelio De Laurentiis, niente a che vedere col campo.

Il presidente del Napoli, oggetto di insulti per tutti i novanta minuti, non si è mai tirato indietro dalla battaglia e a seguito degli episodi del Maradona si è recato dal questore Alessandro Giuliani per chiedere i filmati delle telecamere interne allo stadio. Nessuna intenzione di modificare il regolamento d'uso dello stadio che agli ultras non va giù.

SCONTRI IN CURVA: LA PROCURA INDAGA

Intanto, come riporta il Mattino, la Procura di Napoli sta indagando su quanto successo tra i due gruppi storici della Curva B con due ipotesi: violenza privata ed estorsione nei confronti di chi non ha potuto sostenere la propria squadra, ma anche verso la società Napoli. Anche in vista della eventuale festa Scudetto per cui la società sta lavorando di pari passo con la Questura, la Digos ha messo nel mirino circa 15 ultras ritenuti responsabili della rappresaglia consumata durante Napoli-Milan.

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