Milan, Scaroni: "San Siro vecchio e obsoleto, serve legge d'emergenza per gli stadi"
Il presidente rossonero non ha dubbi: "Impossibile ristrutturare il Meazza". Nel frattempo prende corpo l'ipotesi San Donato
Paolo Scaroni torna a parlare della questione stadio e lo fa senza usare giri di parole: "Avere un azionista americano crea un problema di traduzione delle nostre abitudini non da poco - ha spiegato il presidente del Milan al M&A Summit organizzato dal Sole 24 Ore -. Faccio fatica a spiegare le dinamiche italiane sullo stadio a chi non le vive. Quando poi è tutto a posto c'è il ricorso al Tar e i tempi sono incredibili. È da 4 anni che parlo di stadio e anche le cose ovvie diventano temi di dibattito. Perché non si può ristrutturare San Siro? Non è la Scala del Calcio, ma è una cosa vecchia e obsoleta. Avete mai visto gli stadi moderni? Vi spiego perché non si può ristrutturare San Siro: Milan e Inter giocano tante partite, come si fa a fare mega lavori di ristrutturazione in uno stadio in cui ogni 3-4 giorni entrano almeno 50mila persone?! Poi, purtroppo, vicino a Milano non c'è un impianto in cui poter giocare nel periodo necessario ai lavori. Non possiamo, quindi, ristrutturare San Siro e intorno a questo c'è un dibattito che continua anche oggi e io lo trovo incredibile. Se superassimo questa fase si potrebbe entrare nel mondo del fare".
Scaroni insiste dunque sulla necessità di un impianto totalmente nuovo, ma non nasconde le difficoltà: "Abbiamo una legge per fare gli stadi, ma con questa legge non faremo un accidenti di niente. Serve una legge di emergenza che ci faccia superare questi ostacoli o avremo sempre stadi vecchi, obsoleti e pericolosi. Gli stadi devono essere belli, illuminati e pieni. Anche lo stadio gioca un ruolo per attirare pubblico televisivo... Il Milan ha 500 milioni di fan nel mondo, ma io voglio che un cinese di Shangai, non tifoso del Milan e dell'Inter, dica: 'Oh quanto è bello, mi guardo Milan-Inter perché mi diverto'. Noi dovremmo fare come la Premier: lì si assiste a uno spettacolo e lo stadio è un pezzo dello spettacolo. Così si avrebbero entrate per rendere competitivo il nostro calcio".
Nell'occasione si è parlato anche del passaggio di proprietà da Elliot a RedBird: "Elliott si è trovato proprietario del Milan perché aveva prestato del denaro al vecchio azionista. Non aveva perseguito l'acquisto del Club, ce l'aveva in garanzia. Poi ha affidato a dei professionisti il progetto di riportare il Milan a un equilibrio economico e poi sportivo e vi è riuscito in maniera insperata, soprattutto per i risultati sportivi. Il mio merito per lo Scudetto è zero: è arrivato perché sono brave le persone che lavorano. Dal punto di vista economico abbiamo fatto bene, io ero nel Consiglio del Milan con Yonghong Li per tutelare i soldi prestati da Elliott. A quel tempo fatturavamo meno di 200 milioni, mentre quest'anno ne fatturiamo 350. Elliott ne è uscito soddisfatto, realizzando un profitto tipico di quel che fanno gli hedge fund e vendendo il Milan a un fondo con obiettivi diversi, professionista dello sport, con in mente interventi e azioni di crescita per il Milan diversi da Elliott. È una nuova fase: ci sono tutta una serie di professionisti intorno a noi che ci aiutano. Guardiamo al futuro con ottimismo. Nel calcio ci sono due montagne da scalare contemporaneamente: quella dei risultati sportivi e quella dei risultati economici, che sono collegate fra loro e tra le quali bisogna mantenere equilibrio".
PRENDE CORPO L'IPOTESI SAN DONATO, IL SINDACO: "APERTO UN TAVOLO DI CONFRONTO"
Negli ultimi giorni si è cominciato a parlare di un'altra area per la costruzione del nuovo stadio, che la società rossonera starebbe valutando al fianco di quella dell'Ippodromo La Maura: "L’ipotesi di fare il nuovo stadio del Milan a San Donato nasce non più tardi di una decina di giorni fa, prima non avevamo avuto alcun contatto - ha spiegato il sindaco del comune dell'hinterland milanese ai microfoni di Radio Rossonera -. È stato aperto un tavolo di confronto e di lavoro per vedere anche le ricadute sulla città. Il Milan reputa il sito interessante per il nuovo stadio perché è molto visibile, ben servito dalla stazione della ferrovia di San Donato, in quindici minuti a piedi sei alla stazione della metropolitana e siamo a metà tra tangenziale e svincolo autostradale. Per il Milan quindi il sito è ideale per viabilità, visibilità e oltretutto il PGT prevede già per l’area di S.Francesco la destinazione a uso sportivo con il progetto ancora valido di SportLifeCity, un’arena da 23.000 posti. Servirebbe quindi una variante dai tempi non troppo lunghi, che il nostro ufficio tecnico ha stimato in 6-8 mesi e da quello che ho potuto capire la rapidità è uno degli aspetti principali richiesti dal Milan. Per la città di San Donato ci sarebbero vantaggi e svantaggi, quindi con molta onestà apriremo un tavolo di lavoro e vedremo il progetto nei dettagli per poi valutarlo. Ci sono aspetti come ad esempio il raddoppio delle persone sul comune nei giorni della partita, che però con un progetto ampio e condiviso sarebbe superabile. Ci saranno altri incontri, il Milan ci ha comunicato con molta onestà che ha anche altri piani oltre al nostro. Vedremo. Siamo una amministrazione nata da due liste civiche e molto seriamente ci sederemo intorno a un tavolo: se ci sono le condizioni andremo avanti, altrimenti non tratteremo per mesi con il Milan perché capiamo che per loro ogni mese che passa è un problema e non sarebbe né giusto né serio fare ciò".