Quando nel futuro si parlerà della stagione 2022/23 del Napoli, un nome su tutti tornerà alla mente: quello di Victor Osimhen. Se per raggiungere un traguardo importante come quello dello scudetto è fondamentale che tutte le pedine del puzzle si incastrino alla perfezione, avere in rosa un bomber come il nigeriano non può che rendere tutto più semplice. La sua storia a Napoli narra della crescita costante e inesorabile di una macchina da gol, fino alla consacrazione definitiva nell’annata del tricolore: 10 gol in Serie A il primo anno, 14 il secondo, 22 (finora) il terzo che, con tutta probabilità, gli varranno il titolo di Capocannoniere del campionato italiano. È dalla stagione 2008/09 che il re dei bomber non vince anche lo scudetto: l’ultimo a riuscirci è stato Zlatan Ibrahimovic ai tempi dell’Inter.
Eppure l’inizio di stagione di Osimhen non era stato dei più semplici: 2 reti nelle prime due giornate, a Verona e contro il Monza, poi tre partite a secco e l’infortunio al bicipite femorale che lo aveva costretto ai box per un mese. Da metà ottobre in avanti, però, Victor non si è più fermato: 7 gol nelle 6 partite prima della sosta per i Mondiali, il passo falso di San Siro alla ripresa, poi altri 10 nelle successive 8 (tutte vinte), inclusa la doppietta nello storico 5-1 rifilato alla Juventus al “Maradona”. È stato in quelle settimane, tra inizio gennaio e fine febbraio, che il Napoli ha aperto una voragine incolmabile per chiunque e Victor è stato indubbiamente il grande protagonista di quel momento magico.
Spalletti lo ha messo al centro del progetto: lo ha protetto con un centrocampo equilibrio perfetto di tecnica e muscoli, gli ha affiancato due esterni offensivi velocissimi e di grande qualità in grado di liberargli spazi in area e gli ha messo a disposizione due terzini di spinta capaci di fornirgli assist a ripetizione. Tutti fattori che, uniti al suo talento e alle sue caratteristiche uniche, hanno contribuito alla sua esplosione e alla lievitazione del suo valore di mercato.
Al momento forse solo Kylian Mbappé e Erling Haaland possono vantare un prezzo più alto sul loro cartellino e considerando che è stato di gran lunga il giocatore più pagato della storia del Napoli (circa 75 milioni nel 2020), anche solo l’idea di poter guadagnare cifre importanti da una sua eventuale cessione dovrebbe far strabuzzare gli occhi. Grande merito alla società che lo ha acquistato, a Spalletti che lo ha valorizzato, a lui che ha saputo cogliere al meglio l’occasione.
Tutti i tifosi partenopei, naturalmente, si augurano che possa rimanere a lungo e continuare a fare le fortune del club, ma al momento ciò che conta è che se lo sono goduto in questa annata da sogno e che, insieme a lui, hanno un trofeo in più bacheca da festeggiare.