IL TEST

Forerunner 265, lo smartwatch... guida: se lo indossi non lo togli più

Il nuovo prodotto Garmin dedicato ad amatori e professionisti: bello, utile, funzionale

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© garmin

L'ho indossato un mese fa e ora fatico a toglierlo persino per ricaricarlo. Mi piace e mi è utile. Sto parlando del forerunner 265, il nuovo smartwatch (una volta si diceva cardiofrequenzimetro, ma oggi sarebbe decisamente riduttivo farlo) Garmin. Preciso: questa non è una recensione "tecnica", per tutti i dati e le specifiche di prodotto c'è online un "foglietto illustrativo" esaustivo, esauriente, facile da comprendere anche per quelli come me che hanno iniziato a correre quando ancora si usavano i vecchi cronometri per prendere i tempi. La prima considerazione: è bello! E non è qualcosa di secondario. Niente affatto. Bello nel suo design, chiaro da leggere perché più luminoso e a colori, piacevole da vedersi al polso. Ovviamente è touch, intuitivo e per chi ha già familiarità con i forerunner precedenti di immediata comprensione. Per chi dovesse invece utilizzarlo per la prima volta, beh, penso serva solo un poco di attenzione e pazienza.

Detto questo, per chi ama correre - io lo faccio con assiduità da più di tren'anni - in questo compagno di viaggio può trovare tutto quello che serve. Anche quel tanto di più che ci vuole, visto che non è sbagliato coccolarsi un po'. Cardio da polso - preciso, l'evoluzione in questo senso è evidente rispetto ai modelli passati - con le metriche di corsa più assortite: dalle più classiche, ovvie e banali (diciamo così) a rilevamenti più raffinati, per alcuni dei quali (ad esempio il bilanciamento nel contatto al suolo, tanto per citare una cosa) serve ancora l'abbinamento con una fascia cardio (non necessaria con il forerunner 965).

Tra le cose che personalmente ho trovato più interessanti - per me che arrivavo da un modello più basico - il calcolo della potenza di corsa, quello dell'ossigenazione e dell'acclimatazione in base ad altitudine e condizioni meteo, la training readiness calcolata accuratamente in base a fattori quali sonno, cronologia del sonno, recupero, HRV status, carico di allenamento e stress. Va da sé poi che non mancano tutte le indicazioni su passo, velocità, respirazione, dispendio calorico, altitudine, dislivello, agenti atmosferici etc. etc. che servono per monitorare la singola prestazione come lo stato di forma in generale. Oltre alla possibilità di settare la prova in una molteplice gamma di modalità: io che per esempio non nuoto e vado solo raramente in bici, ho predisposto le modalità corsa, trail, escursionismo, ultrarun, camminata, tapis. Ce ne sarebbero molte altre ma almeno per me queste sono più che sufficienti. Per i più esigenti, anche per nuoto e bicicletta, c'è invece di che spaziare. Indicazioni insomma molto utili forse e soprattutto per amatori-tapascioni come me - ma siamo in tanti - che faticano a regolarsi, spingendo sempre troppo o troppo poco. E che necessitano dunque di una buona guida.

A quanto detto, aggiungete poi tutto ciò che oggi come oggi si richiede ad uno smartwacth (da corsa) e lo ritroverete nel forerunner 265. Ah, la durata della batteria. Ecco, forse qui non ho trovato alla prova dei fatti sostanziali novità. Tutto in linea con il mio precedente 245. Ma mi manca ancora la prova ultra, per cui qui il giudizio rimane sospeso.

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