"Era così forte, la mia ragazza, che non posso credere che si sia voluta buttare da una finestra. E poi qualcuno mi ha detto che era un balcone, insomma io voglio vedere con i miei occhi, i documenti, il posto. E Julia": queste le parole di Elizabeth, la mamma di Julia Ituma, prima di partire per la Turchia dove la figlia qualche ora prima era morta. Le due si erano parlate al telefono la sera stessa dopo la partita persa dalla Igor Novara contro l'Eczacibasi, decisiva per l'eliminazione dai quarti di finale della Champions League di volley: "Mi ha detto: mamma, abbiamo perso. Io ho fatto due punti, ma la squadra ha fatto schifo" le parole riportate da Repubblica.
È stata eseguita stamane presso l'istituto di medicina legale di Istanbul l'autopsia sul corpo di Julia Ituma. Per gli esiti degli esami, che dovranno anche essere tradotti in italiano, serviranno alcun giorni. Famiglia e club attendono il rientro della salma, che secondo le indicazioni delle autorità locali dovrebbe avvenire a breve, per definire il funerale che dovrebbe avvenire settimana prossima.
Julia alle 22 chiama la mamma, parlano appunto della partita, poi mette giù. Dovrebbe andare a dormire ma la si vede uscire dalla stanza dell'hotel e camminare in corridoio tra le 22.30 e 23.50, utilizzando spesso il telefono (sequestrato dalla polizia turca per capire con chi ha messaggiato). Cammina avanti e indietro, a un certo punto si siede per terra, mette la testa tra le gambe e sembra visibilmente disperata. Poi si rialza e rientra nella stanza, dove c'è la compagna di squadra Lucia Varela. Chiacchierano fino all'una e mezza del mattino, poi Lucia si addormenta mentre Julia no. Poco dopo apre la finestra della stanza, scavalca il parapetto e da quel momento il buio.
Ma niente che suggerisse ciò che sarebbe successo qualche ora dopo: "Era forte, come sempre. Era una ragazza molto forte, e non solo in campo". Una volta arrivata a Istanbul, all'hotel Burhan Felek Sports Hall, è iniziato "il mio incubo", dice Elizabeth, "vorrei svegliarmi ma non ci riesco. Non riesco a realizzare questa cosa".
"La sua compagna di stanza non ha sentito niente? Mi sembra impossibile (Lucia dormiva ed è stata svegliata proprio dalla polizia, ndr) - dice la mamma - Io non sono ancora riuscita a piangere, perché non ci credo ancora. A Pasqua eravamo insieme, abbiamo festeggiato con la famiglia, noi e i suoi fratelli. Julia era contenta".