Undici (o tredici partite) per decretare la valutazione di un'intera stagione: il paradosso dell'Inter 2022/23 passa attraverso questo mese e mezzo di stagione rimasto da giocare. Da un lato le coppe (con la Supercoppa Italiana già in bacheca mentre il mirino su Champions League e Coppa Italia è puntato sulla finale) in cui i nerazzurri hanno mostrato il loro lato migliore, dall'altro il campionato con le undici sconfitte che hanno portato a cinque punti la distanza dal quarto posto utile alla qualificazione alla prossima Champions. Una cosa molto da Inter, compresa la situazione Simone Inzaghi il cui destino sembra ormai segnato a meno di una improbabile quanto incredibile vittoria a Istanbul contro Real Madrid o Manchester City.
INTER E PROSPETTIVE IN CAMPIONATO -
Il distacco dal quarto posto può ridursi a due soli punti nel caso in cui i tribunali dovessero nuovamente penalizzare la Juventus ma sulla strada interista resta un cammino a dir poco complicato: bisogna incontrare la Lazio (a San Siro), la Roma (in trasferta) oltre al Napoli (al Maradona) e all'Atalanta (in casa). Impegni probanti, che si inseriscono in mezzo agli impegni in coppa, che - guardando l'altro lato della proverbiale medaglia - consentono ai nerazzurri di decidere il proprio destino: un finale di stagione in campionato è all'altezza di una rosa che è, risultati alla mano, tra le quattro migliori d'Europa. Peccato poi però che la Champions mescoli tutto, energie psico-fisiche comprese, a maggior ragione se sai che il tuo avversario è quello che condivide la tua stessa città, e lo sanno bene i tifosi rossonerazzurri ricordando l'ansia e la tensione dei giorni già vissuti nel 2003 e nel 2005. Cosa che è già stata provata negli ultimi tempi, un solo punto nelle ultime cinque di Serie A, peggior andamento in campionato a braccetto col Lecce. Numeri da esonero.
INTER E PROSPETTIVE IN CHAMPIONS LEAGUE -
Quello stesso esonero che Inzaghi sta dribblando con passione e abilità i martedì e i mercoledì sera, quando il fascino delle coppe archivia il grigiore di una Serie A decisa da tempo e che non sembra stuzzicare più di tanto i giocatori (ma che, Zanetti dixit, importa molto alla società). Qui l'Inter mette in campo ciò che qualcuno con malcelata invidia tenta anche di catalogare a semplice fortuna nel sorteggio: Porto e Benfica diventano avversarie abbordabili, dimenticando un girone con Barcellona (che sta vincendo la Liga con ampio distacco sul Real Madrid asso di Champions) e Bayern Monaco (che nonostante i cambi in panchina resta ampiamente favorito per la Bundesliga, di cui è campione in carica), e dimenticando anche che il Benfica ha vissuto una prima parte di stagione incredibile, triturando pure Juventus e Paris Saint-Germain. Ora come ora non sarà nel miglior momento di forma, ma non è certo colpa dei nerazzurri, un po' come accaduto per il Milan con il Napoli. Col ritorno di Calhanoglu e se Lautaro confermerà di aver superato il digiuno sotto porta, sognare non è cosa da pazzi...