A Roma c'è grande attesa per il responso degli esami di Paulo Dybala. Dopo aver finito la partita contro l'Atalanta zoppicando, l'argentino verrà sottoposto ad alcuni accertamenti alla caviglia sinistra per capire se potrà essere della partita contro il Milan sabato alle 18. Ipotesi complicata, vista la situazione, ma ancora tutta da valutare a seconda degli esiti dei test strumentali. Nel frattempo l'attaccante si è raccontato ai microfoni di DAZN in una lunga intervista ripercorrendo il suo percorso alla Juve e poi il passaggio in giallorosso con lo sguardo rivolto al futuro. "Il numero 10 della Roma sarà sempre Francesco Totti. Così come per Del Piero nella Juve - ha spiegato Dybala -. Alla Juve me lo chiese direttamente la società di indossare la 10 ed è stato un enorme piacere. Mai dire mai, ovviamente sarebbe una responsabilità unica".
E a proposito di grandi campioni, poi qualche battuta sul rapporto con CR7 in bianconero. "Con Cristiano sono stati tre anni belli, la squadra era molto forte e lui ci dava qualcosa in più", ha raccontato Paulo. "In Argentina è molto sentita la rivalità tra Messi e Cristiano, io ovviamente da bambino son sempre stato dalla parte di Messi - ha continuato -. Una volta stavamo andando a giocare una partita, io stavo in fondo all'aereo e lui era seduto più avanti. A un certo punto del volo lui è venuto da me a parlare sia di calcio sia di tante altre cose, parlavamo in generale della nostra vita e a un certo punto gli ho detto 'io da bambino praticamente ti ho odiato'. Ci siamo fatti due risate su questa cosa e fra noi abbiamo sempre avuto un bel rapporto, un bel dialogo".
Con le dovute differenze, un po' lo stesso feeling che si è creato a Roma con Mourinho. Qualcosa di unico e speciale. "Josè Mourinho ha un'immagine e un potere importante per tutto quello che rappresenta nel mondo del calcio - ha spiegato l'attaccante argentino parlando del tecnico giallorosso -. Sì, sarebbe un buon giocatore di scacchi". "Prima di arrivare qui alla Roma ci siamo sentiti due volte, mi ha chiamato quando stavo ancora a Torino - ha proseguito -. Lui è molto bravo quando parla e quando vuole entrare dentro qualcuno". "Ho sentito con lui un feeling speciale, è difficile nel mondo del calcio trovare qualcuno che ti dica le cose in faccia in modo sincero - ha aggiunto Paulo -. Con lui ho un rapporto diretto e sincero, ci confrontiamo tanto". "Vogliamo il meglio per la gente, lui ha fatto la storia del calcio. È molto sincero, è bravo a preparare le partite - ha continuato -. Quasi tutte le cose che ti dice poi in campo succedono. Capisce il calcio molto bene, lo testimonia il fatto che ha vinto quasi in tutte le squadre che ha allenato".
Poi ancora una considerazione sulla famosa frase "sei un fenomeno" rivolta proprio dallo Special One a Dybala in campo durante Roma-Juve. "La prima cosa che mi ha detto quando mi ha chiamato era se mi ricordavo di quel momento lì - ha raccontato la Joya -. Non mi era mai successo che un allenatore di un'altra squadra facesse una cosa del genere durante il gioco". "Contro il Manchester in Champions, quando ancora giocavo nella Juve, avevamo discusso, ero andato a dirgli che non aveva bisogno di fare quel gesto - ha concluso Dybala -. Ma quell'episodio è rimasto sul campo".