CALCIOSCOMMESSE

Calcioscommesse, Di Napoli fuori dall'incubo: "Tanta sofferenza, ma nessun rancore. La vita va avanti"

Re Artù prosciolto nel processo Messina: "Qualche amico mi ha voltato le spalle, è stato come un ergastolo"

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© italyphotopress

Arturo Di Napoli è finalmente uscito da un incubo lungo sei anni, quando ai primi di aprile è arrivata l'assoluzione con formula piena dalle accuse di associazione, falso e truffa nel processo calcioscommesse che lo ha visto coinvolto quando era allenatore del Messina nella stagione 2015-2016. Una decisione che, insieme all'annullamento della squalifica da parte della giustizia sportiva di qualche anno prima, mette definitivamente una pietra tombale sulla vicenda. E ora Re Artù, come era soprannominato da calciatore, può finalmente voltare pagina a testa alta. "Sono passati 7 anni e dietro a tutto questo c'è stata una sofferenza, perché quando di viene strappato via tutto quello che è stato il tuo mondo per un attimo rimani paralizzato - ha spiegato Di Napoli in esclusiva a Sportmediaset.it - Non mi piango addosso, non ce l'ho con nessuno. Le cose succedono, basta saperle sistemare e guardare avanti. Sono assolutamente un uomo fortunato. I pregiudizi fanno male, se non hai una corazza e dietro di te una famiglia che ti sostiene". Sul futuro: "E' chiaro che i sogni li ho sempre e quindi se ci sarà qualcuno che voglia puntare su di me, io ascolterò ma non ne farò una malattia".

Dopo un lungo calvario all'inizio di aprile è finalmente arrivato il proscioglimento per il processo calcioscommesse Messina. Quale è stato il suo primo pensiero dopo il pronunciamento della sentenza?
"Sono passati 7 anni e dietro a tutto questo c'è stata una sofferenza, perché quando ti viene strappato via tutto quello che è stato il tuo mondo per un attimo rimani paralizzato. La vita, comunque, va avanti e da questi incidenti di percorso bisogna ripartire serenamente. Oggi lo dicono la carte, ma io prima lo dicevo a gran voce ma non venivo ascoltato. Però il tempo è galantuomo e mette a posto ogni cosa. Era importante, non mi piace che venga macchiata la mia carriera. E' una cosa che va contro quelli che sono i miei principi, ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile trovarmi dentro a questa cosa. Ancora oggi se vado a ripercorrere tutte le tappe non so neanche come ci sono finito, però capita. E' stata un'esperienza brutta, mi sono leccato le ferite e sono ripartito. Ora faccio tante altre cose. Non mi piango addosso, non ce l'ho con nessuno. Le cose succedono, basta saperle sistemare e guardare avanti. Sono assolutamente un uomo fortunato. I pregiudizi fanno male, se non hai una corazza e dietro di te una famiglia che ti sostiene".

Che ricordi ha del giorno in cui si è ritrovato in questa brutta vicenda?
"Sono passati tanti anni ma me lo ricordo molto bene. Ero al Messina e stavo anche facendo molto bene. Mi ero incontrato più volte con una squadra di Serie B con cui si era anche parlato di due anni di contratto, era un'opportunità pazzesca. Questa condanna mi ha messo fuori dai giochi. La cosa che più mi ha fatto soffrire è che diventi un appestato. Prendere una squalifica per calcioscommesse equivale a un ergastolo per una persona normale. La cosa che più mi è dispiaciuta è che qualche amico mi ha voltato le spalle. Ormai fa parte del passato, ma mi è crollato il mondo addosso. Io sono nato con il pallone sotto al braccio, è stato sempre la mia vita. E quando te lo strappano via e non capisci il motivo diventa tutto devastante. Il mondo del calcio è fantastico ma nello stesso tempo spietato. Ciò che mi è capitato, anche con i problemi di salute (l'asportazione di un rene, ndr), avrebbe ucciso un toro. In questa mia vicenda capisco bene chi si è lasciato andare, chi non ha avuto la forza. Io, invece, nel periodo più difficile ha avuto al mio fianco la mia famiglia d'origine, ma soprattutto la mia, con Belinda e i miei figli. Mi sono sentito un uomo fortunato e questo mi ha dato la forza per andare avanti e di difendermi, perché credo che il pregiudizio non debba valere più della dignità della persona. Il pregiudizio prima o poi verrà cancellato".

Oltre alla famiglia, immagino che anche altri amici le siano stati vicini.
"Ho basato questo mio percorso su amicizie vere e devo dire di averne. Il mondo del calcio lo considero una sfera di cristallo dove è tutto bello e virtuale. Quando esci da questa sfera c'è la vita reale. Io quello che ho fatto è ben scritto nella storia. All'epoca come calciatore sono stato etichettato come quello che aveva poca voglia di allenarsi e si basava molto sulle qualità. E' un rimprovero che so benissimo di fare a me stesso, ma sulla lealtà, sulla trasparenza e sul rispetto dei tifosi non transigo. Mi sono ritrovato fuori dal mondo del calcio come un appestato, ma non voglio puntare il dito. Per quanto possa essere bello, è anche crudele, ma la vita va avanti, non bisogna mai fermarsi".

Ora che la sua immagine è stata finalmente ripulita, quali progetti ha per il futuro?
"E' chiaro che i sogni li ho sempre e quindi se ci sarà qualcuno che voglia puntare su di me, io ascolterò ma non ne farò una malattia. Intanto ho aperto una società con mia moglie Belinda, ci occupiamo di spazi pubblicitari".

La sua ultima esperienza di allenatore è stata a Cologno nel 2021 tra i dilettanti.
"A Cologno è stata un'esperienza fantastica. Il Cologno è una squadra di dilettanti dove non ci sono soldi o rimborsi. Io stesso ho lavorato gratis perché mi piace allenare, non mi interessa la categoria. A me piace insegnare calcio e soprattutto mi piace insegnare ai giovani tutti gli errori che non si devono fare, dare loro la giusta idea del calcio e della passione. E Cologno mi ha insegnato questo, un mondo fantastico che mi ha insegnato la vera passione per questo sport. Non mi sono vergognato di fare questa esperienza con il settore giovanile che mi porterò con me per sempre".

Un suo commento sullo scudetto del Napoli, piazza che conosce molto bene per averci lavorato dal 1995 al 1997.
"E' un percorso che parte da lontano quello di Spalletti, ma anche quello di De Laurentiis, un presidente sempre sotto critica che è andato avanti e ha dato un'idea di progettualità e lo ha fatto scegliendo due uomini fantastici, Giuntoli e Spalletti. E' nel come lo hanno fatto che è stato fantastico, mostrando un gioco a tratti spettacolare, un gioco bello da vedere ma allo stesso prolifico. Io a inizio stagione ero tra quelli che pensavano che il Napoli rischiasse di fare un campionato anonimo per via delle cessioni, invece è stata una corsa fantastica. Spalletti lo seguo da molto, è un amico e lo stimo sia come uomo che come allenatore. Ha fatto di questo Napoli un progetto, è stato sempre dietro alla sua idea di gioco che ha costruito negli anni. Ora ha basi solide su cui costruire il futuro".

Mi fa un pronostico sulla semifinale di Champions League tra Inter e Milan?
"Sono due squadri forti che vivono situazioni particolari, in campionato a volte hanno steccato ma in Champions stanno facendo un percorso fantastico. Chiaro che io faccia il tifo per la mia Inter (il club in cui è cresciuto, ndr). Simone Inzaghi è stato bersagliato parecchio, ma i conti si devono fare sempre alla fine. Oggi Inzaghi è in finale di Coppa Italia e in semifinale di Champions. In campionato ci sono ancora diverse partite e può ancora recuperare. Il calcio è bello perché le cose cambiano da un momento all'altro e per l'Inter e Inzaghi l'annata può essere strepitosa se si concretizzano due cose. Lo stesso discorso vale per Pioli, un allenatore che ha raccolto meno di quanto meritasse. Il Milan ha fatto cose straordinarie da quando c'è lui. Questo sta a significare che quando trovi la giusta alchimia tra allenatore e giocatori, tutto è possibile e quindi anche Pioli ha fatto un percorso straordinario".

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