ENDURANCE RUNNING

Dai Giganti ai Ciclopi: Gubert e Verjee, cinquecento chilometri nell'ultra-mito

Lo specialista italiano e la sua collega inglese hanno dominato la prima edizione della versione mediterranea del Tor des Gèants

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© Cursa di Ciclopi Ufficio Stampa

Da Cefalù all’Etna e ritorno: cinquecento chilometri e ventimila metri (di dislivello) sopra il Mediterraneo, attraverso quattro parchi naturali, otto tra i borghi più belli d’Italia e il territorio di una cinquantina di chilometri della Sicilia nordorientale. Questa la missione affrontata dagli iscritti alla prima edizione della Cursa dei Ciclopi, ultratrail con campo base nella citadina normanna, GPM e giro di boa alle falde del vulcano attivo più alto d’Europa: un itinerario aspro e primordiale, lungo la dorsale dei Nebrodi e parte del tratto più meridionale del Sentiero Italia. Ad aggiudicarsi la vittoria sono stati l'italiano Marco Gubert fra gli uomini e la britannica Sabrina Verjee fra le donne.  

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Lo specialista trentino delle ultradistanze ha completato la prova in 86 ore, 28 minuti e 18 secondi, la sua collega inglese ha da parte sua scritto la storia al femminile in 109 ore e 49 minuti esatti. In entrambi i casi prestazioni-monstre al capolinea della CDC d’esordio, in buona sostanza versione… mediterranea del Tor des Géants da 330 chilometri sulle Alte Vie della Valle d’Aosta ed a questo strettamente imparentato, con un DNA comune e come oltretutto denuncia la sua denominazione. Non a caso, alcuni dei “Ciclopi” della primavera siciliana sono proprio i “Giganti” in azione nella prima metà di settembre sulle Alpi Occidentali! 

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Chef di prim’ordine e più recentemente imprenditore edile, Gubert ha “cucinato” a fuoco lento i suoi avversari, “costruendo” mattone su mattone un successo che incornicia un palmarès eccezionale, staccando di cinque ore e cinque minuti Sebastien Raichon. Vincitore alla fine della scorsa estate del Tor des Glaciers (versione estrema del Tor des Géants con i suoi 450 chilometri), il francese come da pronostico della vigilia era l’altro grande candidato al successo finale ma alla distanza ha dovuto alzare bandiera bianca, chiudendo in 91 ore e 33 minuti. 

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Perso con grandissimo onore il confronto diretto con il nostro Gubert, Raichon ha poi difeso senza troppi affanni la seconda posizione dal giapponese Wataru Iino che ha fatto ritorno a Cefalù centodue ore e quattro minuti dopo averla lasciata, sabato 22 aprile: dieci ore e 31 minuti dopo il biondo Sebastien. C’erano una volta un italiano, un francese e un giapponese, insomma: podio internazionale, anzi mondiale (diciassette le nazioni rappresentate al via) che alza fin da subito l’asticella di una gara che potrebbe ora solleticare l’immaginazione (e la pianificazione) di molti atleti élite nella disciplina dell’endurance. A completare la top five maschile (sempre all’insegna del carattere globale della CDC) sono stati il bulgaro Pirin Galov e l’elvetico Martin Perrier.

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Quinta a pari merito con Perrier e ovviamente prima tra le donne, la veterinaria del Surrey Sabrina Verjee che ha tagliato il traguardo con il tempo finale di 109 ore e 48 minuti esatti. Vincitrice lo scorso mese di settembre del Tor des Géants 330K, la straordinaria Sabrina ha staccato di nove ore e due minuti Claire Bannwarth (ottava della classifica generale alle spalle del rumeno Claudiu Beletou). Due secondi posti nelle due classifiche di genere insomma per il tricolore francese. Il terzo gradino del podio femminile è stato invece a lungo oggetto di un titanico (più propriamente… ciclopico) testa a testa tra Susan Mueller e Kazumi Konda ma - dopo il crollo della tedesca - la specialista giapponese è stata raggiunta da Giuseppina Casella, tagliando il traguardo insieme all'italiana con lo stesso tempo finale di 163 ore e 57 minuti esatti (ventunesima posizione del ranking), vale a dire quattro ore e tre minuti prima dello scadere del tempo massimo (una settimana=168 ore).  

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Dei cinquantanove atleti partiti da Cefalù sabato 22 aprile, ben trentotto sono stati i finisher ufficiali (trentacinque dei quali in grado di raggiungere il traguardo nel pomeriggio di sabato 29 aprile entro il tempo massimo). In totale 33 uomini e cinque donne. Nella top ten finale (rispettivamente nono e decimo) anche il francese Stephane Higueret e l’elvetico Matteo Ceresa mentre Stefano Delbarba - tredicesimo assoluto in 135 ore, 10 minuti e sei secondi - è il secondo ultra atleta italiano al traguardo dopo il vincitore Gubert. L'ultimo a tagliare il traguardo è stato il siciliano Francesco Cesare, che vive proprio a Cefalù e che ha completato il percorso in 171 ore e sei minuti.

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Fondamentale lungo tutto il percorso la presenza costante di volontari, fra cui quelli del Corpo Europeo di Solidarietà e del personale del Soccorso Alpino che ha garantito la sicurezza in montagna e del personale del 118 che in otto basi-vita ha garantito l'assistenza agli atleti. Sono state bellezza e varietà del tracciato a lasciare il segno fra gli atleti che si sono mossi dall'azzurro del mare fino alle montagne ancora innevate delle Madonie e sull'Etna. Per poi tornare ad attraversare boschi, correre lungo le spiagge della costa settentrionale della Sicilia.

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Questa prima edizione è stata accompagnata da condizioni meteorologiche pressoché perfette lungo tutto il percorso, ad eccezione della zona più alta dell'Etna dove per motivi di sicurezza si è scelto di modificare il percorso. Al rispetto della natura incontrata lungo tutto il percorso era ispirata una delle regole della gara: il divieto di abbandonare alcunché (nemmeno un semplice fazzoletto di carta) lungo il percorso, pena la squalifica.

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L'organizzazione di questa prima edizione della CdC ha richiesto circa un anno di tempo ai volontari dell'Associazione Triscele Trailers, che dalla primavera del 2022 in due diversi round hanno testato il percorso, verificato i punti in cui era possibile allestire le basi vita e individuato il tracciato più idoneo per unire gli aspetti sportivi con quelli della valorizzazione del territorio e dei paesaggi attraversati.

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"È stato un percorso lungo e complesso, che però oggi ci ha dato grandi soddisfazioni, vedendo questi atleti entusiasti nonostante la fatica. La Cursa di Ciclopi è stata anche il risultato di uno sforzo collettivo che pensiamo possa offrire risultati ancora maggiori, per portare in Sicilia sempre più appassionati di questa disciplina. Siamo certi che tutti coloro che hanno partecipato quest'anno, non solo coloro che sono saliti sul podio, avranno grandi emozioni da condividere e saranno ora dei "messaggeri" della Sicilia e delle sue bellezze. Speriamo che questo inneschi un processo a cascata, per fare della nostra regione una meta preferita per gli appassionati di questa disciplina, che possono anche contribuire a creare un virtuoso meccanismo di turismo sportivo". (Giorgio Cambiano - Associazione Triscele Trailers)

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La manifestazione è stata sponsorizzata e patrocinata dai comuni attraversati dal percorso, dall'Assemblea Regionale Siciliana e dalla Regione Siciliana. Numerose poi le collaborazioni tecniche e operative per garantire il successo di questo evento.

"La Cursa di Ciclopi ha rappresentato una importante vetrina, che può contribuire a rafforzare la prospettiva di uno sviluppo turistico centrato sulla valorizzazione e sul rispetto del territorio. Un evento di questa portata, che speriamo possa crescere e ripetersi nei prossimi anni, può rappresentare un altro tassello del nostro percorso di promozione di Cefalù nello scenario internazionale: non solo per le sue straordinarie bellezze naturali e storico-artistiche ma anche per le opportunità che possiamo offrire agli appassionati di questo come di altri sport a stretto contatto con la natura”. (Daniele Tumminello - Sindaco di Cefalù)

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