Penultima chiamata per Istanbul. Pronti, si parte. Da domani scattano le semifinali Champions, grazie a Milan e Inter con la certezza di ritrovare un’italiana in finale. L’ultima, a Cardiff nel 2017, era stata la Juventus strabattuta 4-1 dal Real Madrid con crollo nella ripresa dopo un primo tempo equilibrato e chiuso sull’1-1.
Delle Magnifiche Quattro, domani sera (diretta su Canale 5) si affrontano quella che ha vinto di più (il Real Madrid, con 14 Coppe dei Campioni in bacheca) e l’unica del poker a non aver mai alzato al cielo il trofeo continentale più prestigioso (il Manchester City). La panoramica delle panchine invece ci regala un Ancelotti che - da allenatore - di Champions ne ha vinte 4 (due con il Milan e due con il Real): nessuno meglio di lui (che prima, da calciatore, ne aveva conquistato due sul campo con il Milan di Sacchi). Guardiola nel suo palmares di Champions ne ha tre, tutte targate Barcellona: quella del 1992 vinta da calciatore contro la Sampdoria e quelle del 2009 e 2011 conquistate alla guida del Barça di Xavi, Iniesta e Messi. Mentre Ancelotti è campione in carica, Guardiola non vince la Champions da dodici anni e in queste undici stagioni di astinenza solo una volta è approdato alla finale: persa nel 2021 contro il Chelsea. Tra l’altro la semifinale tra Real e City si replica a un anno di distanza: nel 2022 Carletto ha la meglio su Pep, 4-3 City all’andata e strepitosa remuntada blanca (3-1).
L’euroconfronto (indiretto) in Champions nel derby tra Stefano Pioli e Simone Inzaghi vede avanti l’allenatore dell’Inter con una media di 1,57 punti (frutto di 11 vittorie, 8 pareggi e 7 sconfitte) contro l’1,37 del tecnico del Milan (in virtù di 6 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte). Curiosità: Pioli aveva “assaggiato” la Champions anche ai tempi della Lazio con l’eliminazione nei Preliminari a opera del Bayer Leverkusen (vittoria 1-0 all’andata e sconfitta 3-0 al ritorno con prima rete tedesca firmata Calhanoglu). In quella stessa stagione 2015-16 ad aprile arrivò l’esonero di Pioli sostituito in panchina dal tecnico della Lazio Primavera: Simone Inzaghi.
Insomma, ci aspettano due giorni di grande calcio, con l’appendice del giovedì che vede impegnate anche Juventus e Roma (in Europa League) e Fiorentina (in Conference). Pronostici? Impossibile farne sul derby italiano, ci sbilanciamo invece sulla vittoria finale che obiettivamente (con l’organico che ha e quell’Haaland che segna più gol di quante partite giochi) non può sfuggire al Manchester City di Guardiiola.
L’onda lunga del tricolore continua intanto a regalare feste emotive al Napoli e ai suoi eroi. D’altronde, alzi la mano chi – alla chiusura dello scorso mercato estivo – avrebbe pensato (e magari scommesso...) al Napoli scudettato. Via i tre gioielli - capitan Insigne (434 partite e 122 gol in azzurro), bomber Mertens (397 presenze e 148 reti) e The Wall Koulibaly (317 gare e 14 centri) – la società (nelle persone del presidente De Laurentiis e del diesse Giuntoli) è stata abile a pescare sostituti di qualità a basso prezzo: la fantasia di Insigne è stata rinfrescata dai dribbling e dagli scatti di Kvaratskhelia, la quota gol del 36enne Mertens si è divisa tra Raspadori (classe 2000) e Simeone (classe 1995), al centro della difesa si è perpetrato il fattore K da Koulibaly (venduto per 40 milioni al Chelsea) al semisconosciuto Kim (acquistato per meno della metà dai turchi del Fenerbahce).
Vedremo nelle prossime quattro giornate se al Napoli di Spalletti riuscirà il poker: più punti, miglior attacco, miglior difesa e capocannoniere. Al momento l’enplein sarebbe possibile con le 70 reti segnate contro le 23 incassate e Osimhen miglior marcatore a quota 23 (con Lautaro Martinez che lo tallona a 19).
Si scalda intanto alle spalle del Napoli la lotta per la Champions che verrà (al netto di quello che accadrà alla Juventus, tra possibili penalizzazioni “italiane” e sanzioni Uefa) con sei squadre in lotta per tre posti. Le sconfitte di Roma e Atalanta lasciano le squadre di Mourinho e Gasperini a quota 58, ormai con ben poche chances. Dai 66 punti della Juventus ai 61 del Milan, passando per i 64 della Lazio e i 63 dell’Inter, è tutto apertissimo. Per un campionato per nulla banale neppure in coda… La vittoria del Verona a Lecce rende aritmetica la retrocessione della Sampdoria, inguaia lo Spezia e rischia di rendere vana la rincorsa della Cremonese (11 punti nelle ultime sei giornate).