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Inter-Milan, la formazione nerazzurra verso il secondo Euroderby

Inzaghi contro i rossoneri conferma il vestito europeo: non ci saranno cambi nell'undici titolare così come nell'atteggiamento

Come all'andata, come se il 10 maggio non fosse mai esistito: l'Inter nel secondo Euroderby, quello decisivo per la finale di Champions League, si ripresenterà con lo stesso undici del 2-0 al Milan. L'atteggiamento dell'ambiente nerazzurro, Simone Inzaghi in primis, non prevede deroghe rispetto alle scelte da fare per l'undici titolare, che sarà quello dell'andata perché se è vero che un vantaggio c'è, non deve essere amministrato. Un po' perché l'Inter funziona sempre meglio quando il motore gira ai livelli giusti, un po' perché in una semifinale europea due gol valgono meno di quel che sembra - soprattutto ora che la regola delle reti fuori casa non vale più -, un po' perché un derby è un derby e il Milan, a maggior ragione col recupero di Leao, non può essere quello di La Spezia.

 Non c'è Romelu Lukaku (cinque gol e tre assist nelle ultime cinque partite in cui è sceso in campo) che tenga, non c'è Marcelo Brozovic che tenga nonostante le prestazioni positive contro Roma e Sassuolo: in attacco assieme all'intoccabile Lautaro Martinez toccherà a Edin Dzeko, che si è riposato in campionato. La linea di centrocampo vedrà sugli esterni Dumfries e Dimarco con Calhanoglu a comandare le danze e ai suoi lati gli scudieri Barella e Mkhitaryan. Al massimo può esserci qualche dubbio sull'armeno, 47 partite giocate in stagione e titolare anche contro il Sassuolo, ma i 30 minuti finali di riposo concessi da Inzaghi sono un forte indizio sulla volontà di schierarlo dall'inizio nel derby. La difesa, in qualche modo l'aspetto più importante della formazione nell'ottica di contenere le folate di Leao, vedrà il trio Darmian-Acerbi-Bastoni davanti a Onana. 

 L'atteggiamento che Inzaghi chiederà alla squadra non sarà di certo di contenimento, un po' per caratteristiche un po' per il precedente visto contro il Benfica. Anche nei quarti l'Inter ha giocato il ritorno dopo aver vinto 2-0 all'andata e il copione del match non è stato certo quello dell'attesa: lo dimostra l'andamento della partita, con i nerazzurri passati in vantaggio dopo nemmeno 15 minuti, sintomo di voler chiudere la pratica, ma lo dimostra pure il pari preso prima della chiusura della prima frazione di gioco, sentire la qualificazione in tasca causa quei cali di tensione che a inizio 2023, quando la condizione psico-fisica era solo lontana parente di quella attuale, aveva portato alla striscia di risultati negativi, soprattutto in campionato. Nella ripresa però la voglia di andare avanti in Champions aveva avuto la meglio, il 3-3 finale non era stato certo veritiero sui meriti complessivi della squadra nel match.

Al netto dunque dell'avversario, mai sottovalutare il Milan europeo, l'Inter cercherà dunque di fare la partita come all'andata, non spingendo forsennatamente sull'acceleratore - in questo caso sì i due gol di vantaggio faranno la differenza - ma neanche speculando. Novanta minuti, forse centoventi, sono molto lunghi e in casa nerazzurra devono ricordarsi che i cugini, anche recentemente (vedi a inizio stagione), sono stati capaci di recuperare un derby in rimonta.

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