Napoli, Spalletti: "Resto? Lo dovete chiedere alla società..."
Il tecnico campione d'Italia premiato al Bulgarelli: "Napoli ha insegnato come festeggiare uno scudetto. La gioia non ha confine"
Nel futuro non c'è certezza o, almeno, non è Luciano Spalletti a chiarire quale sarà il suo domani: "Se resto? Questo lo deve dire la società, ma questo l'ho già detto non è una novità". Il tecnico del Napoli ha risposto così ad alcuni tifosi azzurri all'uscita della Biblioteca Sala Borsa dove si è tenuta la cerimonia di premiazione del Premio Bulgarelli, del quale è stato insignito. "Napoli ha insegnato come festeggiare uno scudetto, ha insegnato come far partecipare tutti alla gioia di un'altra squadra. La gioia non ha confine", ha detto ancora.
L'allenatore azzurro all'arrivo in platea ha scherzato con l'arbitro Orsato, accanto al quale si è seduto ("Siete sicuri che voglia segga accanto a lui?") e con il quale ha scattato una foto con tanto di abbraccio. Sul palco poi le sue parole di ringraziamento soprattutto per i suoi giocatori: "I miei calciatori si sono impegnati, hanno fatto tutto benissimo, dando gran disponibilità in allenamento e in partita. Hanno dimostrato quell'attaccamento alla maglia, una cosa in cui Giacomo Bulgarelli era maestro assoluto".
Presidente della giuria, che oltre a Spalletti ha premiato Davide Frattesi e Alice Parisi come migliori centrocampisti della A maschile e femminile, è stato Fabio Capello che ha chiesto a Spalletti quando si è accorto di avere una squadra per lo scudetto. Spalletti ha risposto così: "Quando si va a mettere mano pesantemente dentro una squadra come è successo, bisogna sostituire i calciatori forti con altrettanti calciatori forti. Ci sono i video, le notizie, i compagni di squadra: cosi' ci informiamo sui calciatori. Magari erano sconosciuti per qualcuno, ma ci sono i video, ci si informa, oramai si arriva da tutte le parti. La parte maggiore del lavoro ovviamente l'ha fatta il direttore Giuntoli, e il suo staff, che han grande qualità nel fare questo. Poi si vanno a mettere questi calciatori nei ruoli che mancano. Un'altra caratteristica che serve a un allenatore è avere la convinzione sempre di avere a che fare con dei calciatori forti, è fondamentale. Poi ci siamo messi a lavorare con massima disciplina e con la massima disponibilità di tempo, ma poi è sempre il tempo che dedichi a una cosa a fare la differenza. E io gliel'ho dedicato tutto! Per cui poi, piano piano, si va a creare un sistema di gioco, a credere in qualcosa di condiviso da parte dei calciatori. E poi non è mai una partita sola, ci sono gli episodi, i momenti in cui hai più condizione sia fisica che mentale. Gli infortuni. È un lavorare in maniera seria che porta al risultato finale".