verso la finale

Inter, le armi da sfruttare contro il Manchester City in finale di Champions League

Gli inglesi visti contro il Real sembrano ingiocabili ma i nerazzurri, pur partendo nettamente sfavoriti, possono contare su difesa, fasce e ripartenze

Sarà Inter-Manchester City la finale della Champions League 2022/23, prevista il 10 giugno a Istanbul: una partita che, sulla carta, sembra non avere storia sia per valori assoluti che per come gli inglesi di Pep Guardiola hanno annichilito una specialista della competizione come il Real Madrid. Ma i nerazzurri di Simone Inzaghi non vogliono partire battuti, al di là di una logica e scontata voglia di sfruttare l'enorme chance che si sono costruiti eliminando il Milan nell'Euroderby: il cammino in Champions, più semplice nella fase a eliminazione diretta ma che sembrava uno scoglio insuperabile ai gironi, insegna che nelle serate europee la squadra sa esprimersi al suo meglio, potendo contare tra l'altro su due-tre aspetti chiave per cercare di mettere in difficoltà i Citizens.

 Partiamo dai punti di forza del Manchester City seguendo la logica dei favoriti. Innanzitutto sono i numeri a parlare per la squadra di Guardiola, che insegue un Triplete con Premier League ormai vinta e finale FA Cup da giocare: primi su tutti quelli di Erling Haaland che, sebbene a secco contro il Real, ha già messo a segno 52 gol in 49 partite in questa stagione ed è il primo spauracchio per la difesa dell'Inter. Una punta così forte fisicamente che anche un Acerbi super come quello di queste settimane farà fatica a contenere, si potrebbe pensare a un aiuto da Darmian e Bastoni per arginare il norvegese se non fosse che bisognerà fare attenzione anche a De Bruyne e Gundogan che possono letteralmente far ammattire i braccetti, costringendo ad aprire il terzetto difensivo interista lasciando magari spazio agli inserimenti di Bernardo Silva e un Grealish mai così determinante come in questa stagione.

Non bisogna poi dimenticare l'enorme potenza di fuoco a disposizione di Guardiola: se per l'Inter si è detto che ha avuto nella panchina un'arma decisiva per battere il Milan nel doppio confronto, il discorso vale ugualmente - ma all'ennesima potenza - per gli inglesi, anche in panchina ci sono diversi elementi che giocherebbero titolari nella squadra di Inzaghi. Tutto questo all'interno di un impianto tattico che l'allenatore ex Barcellona e Bayern Monaco ha saputo reinventare andando pure contro il proprio "credo" di una punta statica (per modo di dire) come riferimento offensivo. La difesa a tre, con tre stopper (ma Stones diventa un mediano in impostazione), riesce a sostenere cinque giocatori offensivi anche grazie al consueto giro palla che tiene gli avversari lontani dall'area di Ederson.

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 Dove può giocarsela l'Inter? Innanzitutto sulle corsie laterali, con un extra sforzo da parte di Dumfries e Dimarco che potrebbero mettere in difficoltà Grealish e Bernardo Silva che hanno altri compiti e anche altro passo. In questo senso gli inserimenti di Barella e Mkhitaryan (se recupererà) diventano fondamentali a dare meno punti di riferimento al terzetto difensivo inglese nelle ripartenze che i nerazzurri dovranno avere in testa come principale piano di gioco. Servirà molta pazienza nel non perdere la testa in mezzo giro palla del City, molta pazienza a chiudere ogni spazio davanti a Onana, molta pazienza a cercare di far arrivare meno palloni possibili a Haaland (potrebbe essere utile in tal senso l'impiego di Brozovic in cabina di regia).

E proprio perché servirà ripartire molto velocemente, magari appoggiandosi alla punta per far salire le mezzali, ecco che torna in auge l'idea della LuLa sin dall'inizio: Lukaku sarebbe perfetto nel fare sponda con Lautaro ma anche nel dare quegli strappi che Dzeko non ha. Un po' quello che è successo al Bermabeu dopo la prima mezz'ora, quando il Real era riuscito a prendere le misure al City. 

Infine, la questione della pressione che è tutta su Guardiola che non lo ammetterà mai ma vive la voglia di alzare la Champions al City, dopo non esserci riuscito al Bayern Monaco; alle volte il tecnico catalano ama sorprendere pure se stesso e sembra andare oltre la propria genialità complicandosi la vita, come all'andata contro il Real quando era così sicuro della perfezione delle sue scelte da non aver usufruito neppure di un cambio dalla panchina. Ecco, se oltre ai meriti propri, l'Inter avesse pure la fortuna di un errore degli inglesi, la montagna da scalare potrebbe abbassarsi...

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