La Juve resta nel mirino dell'Uefa. In attesa delle motivazioni della Corte d'Appello della FIGC sul -10 in classifica e della prima udienza sulla "manovra stipendi", i bianconeri continuano infatti a essere osservati speciali a Nyon. Soprattutto perché in arrivo c'è il pronunciamento della Corte Europea riguardo alla Superlega. E sulla questione la situazione resta sempre molto tesa. Insieme a Real Madrid e Barcellona, la Juve non si è ancora tirata indietro ufficialmente dal progetto e anche dopo le dimissioni di Andrea Agnelli i rapporti tra le parti continuano a essere ancora piuttosto freddi.
In particolare, stando alla Gazzetta dello Sport, a complicare la situazione ci sarebbe l'atteggiamento anche della nuova dirigenza bianconera. A differenza di Laporta, che ha incontrato Ceferin per fare il punto sul caso Negreira, i nuovi vertici della Juve non si sarebbero fatti avanti per pianificare un summit col numero uno dell'Uefa. Immobilismo che avrebbe irritato il diretto interessato e che potrebbe anche portare a uno strappo irrimediabile col massimo organo del calcio europeo e a una stangata molto cara per i bianconeri.
Nei confronti della Juve, del resto, l'Uefa ha già aperto un fascicolo per presunte violazioni del settlement aggrement e si stanno passando al setaccio tutte le carte dell'inchiesta Prisma per valutare la situazione ed eventuali sanzioni. Se l'Uefa dovesse condannare la Juve, i bianconeri rischierebbero l'esclusione dalle competizioni europee per un minimo di un anno, ma la pena potrebbe diventare addirittura esemplare se le plusvalenze venissero considerate artificiose e legate a falsi risultati di bilancio. Una stangata che potrebbe pesare sul futuro e sui progetti bianconeri, ma che un'eventuale apertura al dialogo con Ceferin potrebbe invece in parte mitigare. Soprattutto se dovesse portare a qualche notizia rassicurante relativa a un possibile passo indietro della Juve sulla Superlega.