L'ALTRO FILONE

Juventus, le motivazioni della condanna per le plusvalenze: così si è arrivati al -10

 Secondo la Corte d'Appello federale la posizione di Paratici ha pesato 4 punti, quella di Agnelli 3, quella di Arrivabene 2 e quella di Cherubini 1

@Getty Images

Mentre gli occhi di tutti sono puntati sull’udienza per il possibile patteggiamento tra la Juventus e la Procura Figc riguardante la cosiddetta "manovra stipendi", i rapporti con gli agenti e le partnership sospette con altre società, la Corte d’Appello federale ha pubblicato le motivazioni della sentenza emessa lunedì scorso sul caso plusvalenze, che ha sancito una penalizzazione di 10 punti in classifica per i bianconeri.

Uno dei passaggi chiave è quello in cui si spiega come si è giunti a calcolare l'entità della sanzione, cioè attribuendo un peso in punti per ognuno dei dirigenti condannati: "Al fine di definire il quantum della sanzione da irrogare alla Juventus, occorre far riferimento, in un'ottica comparativa, al contributo causale di ciascuno, in ragione del ruolo rivestito nella vicenda in esame, e alle sanzioni irrogate ai quattro Consiglieri operativi, tra cui il Presidente della società sportiva, Andrea Agnelli. Ne consegue che un criterio di imputazione delle relative responsabilità personali si riflette sul quantum della sanzione da irrogare al sodalizio sportivo, nei seguenti termini: 1) Fabio Paratici, 30 mesi di inibizione: pesano 4 punti di penalizzazione; 2) Andrea Agnelli, 24 mesi di inibizione: pesano 3 punti di penalizzazione, atteso il ruolo rivestito di Presidente del CdA e legale rappresentante della società; 3) Maurizio Arrivabene, 24 mesi di inibizione: pesano 2 punti di penalizzazione; 4) Federico Cherubini 16 mesi di inibizione: pesa 1 punto di penalizzazione. Conclusivamente la sanzione della penalizzazione di 10 (dieci) punti in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso, anche in un’ottica equitativa, si rivela del tutto idonea a soddisfare i criteri di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza come innanzi enunciati".

La Corte spiega inoltre che "dalla documentazione probatoria e, comunque, dalla mole di documentazione allegata al fascicolo di causa non risulta evidenza della responsabilità dei Consiglieri non operativi nei termini richiesti dal Collegio di Garanzia dello Sport". Per questo si è arrivati al proscioglimento dei dirigenti senza delega (da Pavel Nedved in giù) e si è passati dal -15 comminato a gennaio al -10 definitivo.

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