La Roma chiude la stagione con zero titoli ma il bilancio di Mou è positivo
Con una rosa risicata lo Special One è riuscito a sfiorare l'impresa di vincere due coppe europee consecutive
La Roma abbandona il sogno della seconda coppa in due anni ma lo fa ai calci di rigore, alla fine della partita più lunga di sempre e con più di una recriminazione. La finale con il Siviglia, insomma, sembra proprio il manifesto programmatico della frase "uscire a testa alta". Mourinho ha portato una rosa non di livello eccelso, e martoriata da infortuni importanti nel corso della stagione, all'ultimo atto dell'Europa League e a un posto, quasi sicuro, nell'edizione del prossimo anno.
Si poteva chiedere di più all'allenatore e a questo gruppo? Oggettivamente no. Il bilancio di due anni di Special One sono positivi. Pensare di raggiungere un posto più alto in campionato era più un sogno che un obiettivo reale, anche se resta la beffa di vedere la parte biancoceleste della città, con una rosa non troppo superiore a quella giallorossa, conquistare la seconda posizione con la conseguente certezza dell'approdo alla prossima Champions. Mourinho sembra molto vicino al passo d'addio. Voci più che credibili parlano di sirene che arrivano da Madrid, sponda Real, anche se è il rapporto con i Friedkin il vero nodo della questione.
Il portoghese l'ha detto chiaro e tondo: è stufo di dover fare tutto, dalla gestione tecnica alle proteste per difendere una squadra che, secondo lui, è spesso penalizzata dalle decisioni arbitrali. Alla Roma manca una seria figura di collegamento tra la parte tecnica e quella societaria. Mou ha fatto, per due anni, il manager all'inglese senza avere il supporto e la struttura che hanno gli allenatori della Premier League. Questo è uno dei motivi che lo spingono lontano da Roma. In più, non è un mistero che le scelte di mercato dei dirigenti del club non siano considerate all'altezza delle sue ambizioni. E' questo che dirà nell'incontro con i vertici societari in una riunione che, probabilmente, sancirà il suo passo d'addio.
Mourinho può mettere sul piatto ben più della Conference League e della finale raggiunta quest'anno. E' riuscito, solo con il suo carisma, a far registrare una serie impressionante di sold out all'Olimpico e non certo per la qualità estetica del calcio espresso né per risultati particolarmente eclatanti. Roma è rimasta sedotta da un condottiero che ha, con la furbizia che lo ha sempre contraddistinto, creato un clima di appartenenza, basato sul "noi contro tutti", diventando il vero punto di riferimento di tutto l'ambiente giallorosso. I tifosi non aspettavano altro e si sono abbandonati a questa forma di amore spirituale e carnale. Un allenatore che riempie uno stadio. Praticamente un inedito nella storia del calcio.
I Friedkin, fonte Gazzetta dello Sport, hanno speso in tre anni 750 milioni per la Roma. Senza il posto in Champions gli introiti sono destinati a diminuire, così come le speranze di poter effettivamente costruire una squadra all'altezza delle ambizioni di Mou. Ecco perché è lecito pensare che si vada verso un addio. In ogni caso, se così fosse, ogni tifoso giallorosso, guardandosi indietro, non si farà mancare un sorriso nostalgico pensando a questi ultimi due anni.