Sembrava che il momento potesse non arrivare mai o per lo meno che potesse essere posticipato ancora e invece il 4 giugno del 2023, dopo 25 anni di carriera, Zlatan Ibrahimovic ha detto addio al calcio e lo ha fatto a casa sua, nella pancia di quel San Siro che ha fatto esplodere in un boato centinaia di volte e con entrambe le maglie della città. Sì perché Ibra, svedese di origini slave, è sempre stato così, un giramondo che ovunque sia andato ha segnato e vinto tanto e che poi ha trovato casa sua a Milano, dove è tornato a fine carriera per riconsegnare al Milan lo scudetto 11 anni dopo l’ultima volta.
Nominato 12 volte calciatore svedese dell’anno, Zlatan inizia la carriera proprio in Svezia, con la maglia del Malmo, per poi trasferirsi all’Ajax (l'acquisto più costoso nella storia del club) dove diventa grande sotto la guida tecnica di Koeman.
Un altro allenatore molto importante per la carriera di Zlatan è poi Fabio Capello, che lo accoglie alla Juventus e lo trasforma in una macchina da gol. In bianconero Ibra resta due anni, vincendo altrettanti scudetti, poi in seguito alle vicende dello scandalo Calciopoli il suo agente, il potentissimo Mino Raiola, lo porta all’Inter.
In nerazzurro Ibra è subito protagonista, con Mancini riporta lo scudetto in città dopo tanti anni e diventa un mito per i tifosi dell'Inter, con cui vince altre due volte il campionato prima della rottura che nell’estate del 2009 lo porta a Barcellona in cambio di 49 milioni di euro più il cartellino di Samuel Eto'o.
La catalogna è l’unica tappa poco positiva della carriera di Zlatan, che si scontra coi metodi di Guardiola e vive una stagione altalenante in cui comunque vince campionato, Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Mondiale per club 2009, ma esce dalla Champions League in semifinale proprio contro l'Inter.
L’estate successiva il ritorno in Italia, questa volta con la maglia del Milan, con cui in due stagioni vince la classifica marcatori, una Supercoppa italiana e uno scudetto ma per la prima volta in tanti anni fallisce la vittoria del titolo (2012). A fine stagione, per ragioni di bilancio, la società si vede costretta a vendere l'attaccante al Psg, dove arriva da giocatore più pagato della Ligue 1.
Ibra resta in Francia per quattro stagioni in cui diventa il miglior marcatore di sempre con la maglia dei parigini sia in campionato sia in Europa, vince tre volte la classifica marcatori, tutti titoli nazionali ma mai la Champions League, che resterà per sempre la vera macchia di una carriera straordinaria.
Dopo l’esperienza a Parigi si trasferisce in Premier League, al Manchester United di Mourinho, dove vince l’Europa League ma riporta la rottura del legamento crociato anteriore e posteriore del ginocchio destro che lo costringe a stare fuori per diversi mesi. Il 23 marzo 2018 rescinde anticipatamente il contratto con il Manchester Utd e approda in Mls, ai LA Galaxy.
In America Ibra ritrova la forma fisica e segna gol a grappoli, ma non riesce a trascinare la squadra alla vittoria del titolo e dopo due stagioni decide di tornare nel calcio che conta, a casa sua, il Milan ha bisogno di lui.
Ibra torna in rossonero nel dicembre del 2019, in campo è ancora decisivo e nello spogliatoio si ritaglia un ruolo fondamentale che porta la squadra di Pioli, a 11 dall’ultimo titolo griffato proprio Zlatan, a vincere di nuovo lo scudetto. L’ultima magia di Ibra, che dopo un anno ai box in cui è comunque diventato il marcatore più anziano della storia del nostro campionato ha deciso di arrendersi all’inesorabile trascorrere del tempo. A 42 anni anche per lui è arrivato il momento di dire basta, grazie Zlatan.