DOPO IL CASO JUVE

Giustizia sportiva: il Governo al lavoro sulla riforma, ma i tecnici stoppano il decreto sulle penalizzazioni

L'obiettivo è far sì che le classifiche cambino solo una volta e dopo l'ultimo grado di giudizio, ma per ora c'è il "no" del Dagl

© Getty Images

Evitare un altro caso-Juve: è questo l'obiettivo di un decreto legge contenente diversi argomenti sportivi, che il Governo vorrebbe approvare a breve. Il punto significativo riguarda proprio una sorta di riforma della Giustizia Sportiva, da molti alti dirigenti considerata, diciamo così, non esemplare nel trattamento della vicenda relativa ai processi per le plusvalenze della Juventus. Si è sentita la necessità di evitare gli andamenti ondulatori cui è stata sottoposta la classifica in questo campionato, stravolta e poi travolta nei diversi gradi di giudizio tra andate e ritorni tra Corte Federale e Collegio di Garanzia del Coni. Il decreto prevede che le eventuali penalizzazioni siano comminate solo dopo l'ultimo grado di giudizio e, quindi, a bocce ferme, a campionato concluso. Al momento, tuttavia, il provvedimento è stato bloccato dal Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio (Dagl).

Come spiega la Gazzetta dello Sport i tecnici che lavorano al testo hanno espresso una serie di dubbi riguardanti anche la giustizia sportiva internazionale, dato che quella italiana risponde al Cio e alle varie federazioni internazionali. La norma dovrebbe dunque essere esclusa dal decreto, ora si vedrà se il Governo troverà un’altra strada per affrontarla o se tutto rimarrà così com'è.

Tra i temi presi in considerazione, e che dovrebbero regolarmente rientrare nel decreto, anche quello strettamente relativo alle plusvalenze. Nel senso che, in qualche modo, si proverà a normarle. Il provvedimento agirà sulla tassazione rendendo validi ai fini fiscali i movimenti di cassa e non gli scambi "a specchio" fra le società a costo zero. In pratica la "spalmatura" in 5 anni sarà possibile solo sulla parte in cui c’è stato passaggio di denaro, sul resto si dovranno pagare le tasse al primo anno sull’intera plusvalenza.

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