Ritorno al passato. Perlomeno nel sistema di gioco, il 4-3-3. Abbandonato l'esperimento della partita con la Spagna, con tanto di mea culpa post partita del c.t., Mancini prova a ripartire da vecchie certezze nell'inutile finale per il terzo posto di Enschede contro i padroni di casa dell'Olanda. La Nations League è andata ed è un rimpianto lieve se paragonato all'addio drammatico, calcisticamente parlando, a Qatar 2022.
Al di là di delle supposizioni di chi vede il c.t. stanco, già pronto a fare bilanci dopo un'esperienza azzurra che sta durando da cinque anni, l'Italia ha due obiettivi belli grossi da qui alla scadenza del contratto di Mancini: la qualificazione a Euro '24 e quella, ben più importante, al Mondiale di due anni dopo. Il Mancio si è lasciato andare a propositi di grande ottimismo a chi gli faceva notare i limiti di una rosa che non sembra irresistibile: "I giovani bravi non mancano, continuo a pensare che possiamo andare alla coppa del mondo del 2026 per vincerla". Considerando che aveva già detto la stessa cosa prima degli spareggi per il Qatar, non resta che affidarsi a qualunque gesto scaramantico.
Che futuro ha questa Italia? Mancini si ritrova a fare i conti con un campionato zeppo di stranieri, con giocatori buoni ma, in molti casi, logorati dagli anni e da mille battaglie, e giovani tutti da valutare, con poco spazio nelle rispettive squadre di club. Per questo il c.t. riparte, almeno, dalla certezza di un sistema di gioco che ha portato alla conquista di Euro 2020, stupendo il calcio continentale con un'idea propositiva ed esteticamente non banale. I conti con l'usura di certi giocatori, però, costringono il c.t. a valutazioni ed esperimenti.
Contro l'Olanda si riparte con una difesa che, davanti a Donnarumma, schiera Toloi e Dimarco sulle fasce con Acerbi e la novità Buongiorno in mezzo. Davanti al reparto arretrato spazio a un play meno geometrico ma più utile anche in interdizione, come Cristante, aiutato in impostazione da Verratti. L'altro centrocampista sarà Frattesi, dopo la buona prestazione con la Spagna caratterizzata dagli inserimenti puntuali in zona-gol. Nel tridente, Gnonto e Raspadori, sulle fasce, con Retegui punta centrale. In panchina gente come Meret, Vicario, Di Lorenzo, Spinazzola, Barella, Pellegrini, Chiesa, Immobile e Zaniolo. Oggettivamente non si può dire che manchino elementi di qualità. Resta da capire quanto, giocatori e staff tecnico, abbiano ancora voglia ed entusiasmo per riportare l'Italia dove deve stare per storia e blasone.