Olimpiadi

Parigi 2024: perquisizioni nelle sedi del Comitato organizzatore

La polizia francese ha iniziato a esaminare e sequestrare alcuni documenti in vista dei Giochi del prossimo anno. 

È partita in mattinata una perquisizione nella sede del Comitato Organizzativo di Parigi 2024. Secondo quanto riportato da Rmc Sport, gi agenti hanno iniziato a esaminare e sequestrare alcuni documenti. La stessa emittente fa però sapere che "gli organizzatori stanno collaborando a pieno con gli inquirenti per facilitare le loro indagini". L'operazione potrebbe durare per tutta la giornata di martedì 20 giugno.  

Le perquisizioni non si fermano solo al Comitato organizzatore, la cui sede sorge a Saint-Denis, a nord della capitale. Alcuni fonti vicine all'inchiesta hanno fatto sapere che sarebbero in corso in diversi siti olimpici. Su tutti, il quartier generale della Solideo, società che ha il dovere di consegnare all'organizzazione diverse "opere olimpiche" appaltate. Gli agenti della brigata finanziaria sarebbero proprio alla ricerca di alcuni elementi relativi all'attribuzione degli appalti pubblici. Come per il Comitato organizzatore, anche la Solideo assicura di "collaborare pienamente" con la polizia nel "trasmettere gli elementi richiesti". A 14 mesi dalla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024, non c'è notizia pubblica di alcuna inchiesta giudiziaria avviata nei riguardi dello stesso Comitato.

L'antefatto Secondo quanto riportato da France Info, nell'aprile 2021, due rapporti dell'Agenzia francese anticorruzione (AFA) sull'organizzazione delle Olimpiadi avevano indicato "rischi di violazione della correttezza" e "conflitti di interesse". Gli ispettori dell'agenzia francese avevano ritenuto che la procedura generale relativa agli acquisti sia "imprecisa e incompleta". Di conseguenza, avevano sottolineato l'esistenza di "situazioni di potenziale conflitto di interessi non controllate".

 Sempre secondo il sito francese, dietro alle perquisizioni ci sarebbe la denuncia presentata da dieci lavoratori che sarebbero stati impiegati nei cantieri per le opere in fase di realizzazione. Gli operai avrebbero poi chiamato in causa, davanti al Tribunale del lavoro di Bobigny (Senna-Saint-Denis), quattro società di costruzioni e otto società di relativi subappalti.

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