Frattesi non è l'erede di Brozovic. Semmai, questo è vero, il centrocampista del Sassuolo può arrivare all'Inter solo grazie all'uscita del croato. Questioni di bilancio, non certo tattiche. Per l'appunto. Ma per quanto discutibile e destinata a dividere, c'è anche una logica "calcistica" dietro la decisione della dirigenza nerazzurra di rinunciare al giocatore che da anni ha guidato il centrocampo interista, cardine della manovra prima di Spalletti, poi di Conte e infine di Inzaghi. Con l'uscita di Brozovic, l'Inter conta di incassare almeno 25 milioni dall'Al Nassr, sgravandosi di uno stipendio lordo di circa 13 milioni annui, con un contratto in essere valido sino al 2026. Finanziariamente, dunque, ossigeno per le casse societarie. Detto questo, il club ha spinto in questa direzione perché valuta di essere coperto in quella zona di campo, innanzitutto da Calhanoglu nell'immediato presente, ma sa di aver scommesso un anno fa sul proprio futuro regista, vale a dire Asllani. Inzaghi lo ha dosato con grande cautela nel corso dell'ultimo anno ma non ha mai avuto dubbi sulle qualità del giocatore.
La partenza di Brozovic (che in Arabia dovrebbe guadagnare 15 milioni a stagione, stipendio nettamente più alto di quello che gli offrirebbe il Barcellona) permetterà così al club di andare a stringere immediatamente per Frattesi. Il centrocampista azzurro è valutato dal Sassuolo circa 35 milioni più il prestito di Mulattieri: l'accordo di massima c'è da tempo, per l'ok di Zhang serve però prima un'uscita. Nei pensieri di Inzaghi, il prossimo centrocampo nerazzurro sarà composto dunque da Barella, Calhanoglu e Frattesi (un regista con doti da incontrista e due mezzali capaci di inserirsi con grande velocità), con Asllani e Mkhitaryan co-titolari: numericamente resta il buco lasciato dall'addio di Gagliardini, ma qui non è detto però che non si scelga per l'opzione interna, optando su Fabbian dopo l'anno in prestito alla Reggina.