Segnali di disgelo tra Juve e Uefa. Dopo il passo indietro sulla Superlega, il club bianconero e il massimo organo calcistico europeo sono tornati a sedersi attorno a un tavolo per discutere. Secondo quanto riporta Tuttosport, una delegazione di legali e dirigenti della Juve avrebbe incontrato alcuni esponenti dell'Uefa per provare a lavorare a un accordo sul fascicolo relativo alla presunta infrazione del settlement agreement stipulato nel settembre del 2022. Un summit esplorativo e positivo a quanto pare, con l'ipotesi sullo sfondo di archiviare tutto in cambio di una rinuncia alla prossima Conference League, torneo a cui la Juve si è qualificata dopo la penalizzazione di dieci punti per l'inchiesta sulle plusvalenze.
Al momento si tratta ancora di indiscrezioni e non c'è nulla di ufficiale, ma ieri all'Uefa è scappato un mezzo indizio che sembra tenere vive le voci. Nella lista dei club che prenderanno parte alla Conference League 2023/2024, infatti, per un paio d'ore non è stata inserita la Juve. Solo un errore umano (come poi chiarito dall'Uefa) o semplicemente un'anticipazione di quello che succederà? Difficile dirlo in questo momento, ma presto se ne saprà di più.
Dopo l'addio di Agnelli e la decisione del club bianconero di avviare l'iter burocratico per l'uscita dalla Superlega, del resto, la Juve sembra aver imboccato la strada del dialogo per risolvere il braccio di ferro con l'Uefa. Scontro frontale che a Vinovo la nuova dirigenza ha scelto di evitare, preferendo sedersi attorno a un tavolo e discutere le questioni in sospeso con maggiore collaborazione e lucidità. Un atteggiamento prudente e lungimirante per provare a chiudere la questione settlement agreement con un "patto" e poi ripartire.
Rinunciare alla Conference League, del resto, per la Juve potrebbe non essere poi un grande sacrificio. Abituati a palcoscenici decisamente più importanti, i bianconeri alla resa dei conti potrebbero anche trarre un certo "vantaggio" dalla mancata partecipazione del terzo torneo Uefa, evitando di giocare il giovedì e concentrando le forze su campionato e Coppa Italia per tornare poi la stagione successiva a calcare i campi della Champions League. Un progetto sensato visto soprattutto il rischio ventilato qualche tempo fa per la Juve di essere esclusa dalle coppe europee per tre anni.