La prima parte di stagione della MotoGP ha creato una vera e propria spaccatura tra Ducati, KTM, Aprilia e le altre scuderie. A pagarne il prezzo sono state le due storiche e più vincenti Case costruttrici giapponesi. Honda e Yamaha non hanno fin qui trovato modo di alzare il livello della loro sfida - soprattutto ai rivali di Borgo Panigale. In loro soccorso potrebbe arrivare la regola delle concessioni (sfuttata nel recente passato dall'altra Casa italiana, l'Aprilia), ma la strada è in salita.
Le concessioni di cui si parla sono entrate nel regolamento della MotoGP nel 2014 per aiutare i team esordienti, considerati meno competitivi. Il sistema è stato perfezionato nel 2016 e vuole offrire vantaggi alle Case che ottengono pochi podi e vittorie. Innanzitutto nell'evoluzione dei motori a disposizione, che salgono da sette a nove. Questi non sono sigillati e perciò possono essere sviluppati durante la stagione. Viene inoltre concessa la possibilità di effettuare test privati, a cui si aggiungono sei wild car (invece di 3) da utilizzare durante le prove per testare componenti con un proprio pilota titolare o collaudatore. Il sistema si basa sulla somma dei punti ottenuti con i risultati di due stagioni. Per usufruire dei vantaggi non bisogna totalizzarne più di sei. Ogni vittoria vale 3 punti, un secondo posto 2 e un terzo 1. Negli ultimi anni ne hanno beneficiato nell'ordine Ducati, Suzuki, Ktm e Aprilia. E ora Dorna, la società che gestice diritti commerciali e televisivi della MotoGp, vuole concederle a Honda e Yamaha.
Per le due scuderie giapponesi la pausa estiva di cinque settimane è una sorta di manna dal cielo. Il tempo per riordinare le idee non manca, ma il divario rispetto alla concorrenza vincente è ampio. Oltretutto le rispettive punte - ovvero Marc Marquez e Fabio Quartararo -sono in grande difficoltà. Lo spagnolo ha avuto un inizio stagione da incubo, culminato con il doppio forfait in Germania e Olanda. Solo leggermente meglio ha fatto il francese, che è nono nel Mondiale a quota 64 punti e ha conquistato due podi, uno dei quali nella Sprint Race di Assen. La successiva caduta in gara è però costata al "Diablo" un'operazione all'alluce del piede sinistro.
Honda e Yamaha vogliono tornare ai vertici della MotoGP, anche perché una situazione così negativa non l'hanno praticamente mai vissuta. La prima, in particolare, è in grande crisi di risultati. L'unica vittoria del 2023 porta la firma di Alex Rins nel GP Of The Americas di Austin. Lo spagnolo, appena uscito dall'ospedale dopo il brutto infortunio del Mugello, è il miglior pilota Honda nella classifica generale: 13esimo con 47 punti contro i 194 del leader Francesco Bagnaia. Gli altri sono ben più lontani. Takaaki Nakagami è 16esimo con 34 punti, Marc Marquez è 19esimo con 15 punti, infine Joan Mir e Stefan Bradl sono 26esimo e 27esimo con 5 punti.
Tutti i piloti Honda hanno dovuto fare i conti con diversi incidenti tra prove e gara. Imprevisti occorsi a causa degli eccessivi rischi presi nel tentativo di far fronte alle lacune tecniche della moto. L'involuzione di Honda e Yamaha priva la MotoGp di due pedine fondamentali per garantire lo spettacolo. A sorridere è la Ducati, le cui moto, ufficiali e clienti, stanno dominando il Mondiale. Anche Aprilia e Ktm stanno però regolarmente davanti alle giapponesi. Merito di anni di duro lavoro e di un progetto tecnico azzeccato.
La Ducati e Bagnaia hanno saputo sfruttare il sistema delle concessioni in vigore dal 2016 e che consente ai team in svantaggio di provare a colmare il gap. È evidente che le concessioni hanno favorito la casa di Borgo Panigale, la Ktm e l'Aprilia in passato. E ora potrebbero tornare comode anche a Honda e Yamaha.
Attualmente nessuna scuderia sta utilizzando la regola delle concessioni. Ma Dorna adesso vuole intervenire sui regolamenti per consentire a Honda e Yamaha di recuperare il distacco dalle case europee. Per farlo deve cambiare le norme attuali che non consentono alle giapponesi di ricevere concessioni a fine stagione, in quanto sono già salite sul podio nel 2023. La Honda lo ha fatto con Marquez, Espargaro e Rins. La Yamaha con Quartararo. Dorna, però, è consapevole che un eventuale forrfait delle giapponesi sarebbe un danno per il motomondiale. Di conseguenza, il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta ha chiesto a Ducati, Ktm e Aprilia il via libera per permettere a Yamaha e Honda di beneficiare delle concessioni il prima possibile. Ma la richiesta del promoter MotoGp ha incontrato il parere sfavorevole di tutti e tre i team europei.
“Honda e Yamaha non soddisfano i requisiti per ottenere le “concessioni, quindi non accetteremo”, ha detto Massimo Rivola AD di Aprilia. Stessa posizione in casa Ducati. “Se hai le palle, lavori e cerchi di tornare davanti, se no scappi”, ha tuonato Davide Tardozzi a cui si è accodato Gigi Dall'Igna. “Le difficoltà della Honda non sono un problema della MotoGP - ha sottolineato l'ingegnere Ducati -. È giusto aiutare le squadre in crisi, ma va fatto in modo equo, perché arrivare fin qui ha richiesto sacrifici alla Ducati e questo deve essere riconosciuto. Abbiamo un campionato spettacolare, dove deve sempre essere il migliore a prevalere”.
Il problema però resta. Sia Honda che Yamaha hanno scritto la storia di questo sport. La prima ha vinto 72 titoli mondiali costruttori e 62 piloti, oltre a 815 gran premi. La seconda ha in bacheca 37 classifiche costruttori, 39 piloti e 517 Gp. Vedere questi due team faticare non piace né a Dorna né a Fim. Per cambiare le cose però devono convincere le altre scuderie. Hanno vari mezzi a disposizione per farlo, ma l'impressione è che ci vorrà tempo per trovare un accordo.