Sarri: "Ho ricevuto offerte dall'Arabia. Giuntoli può rilanciare la Juve"
L'allenatore biancoceleste ha parlato del suo futuro e delle aspettative per la prossima stagione
Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, ha parlato ai microfoni di Sportitalia, regalando anche una notizia inedita che lo riguarda: "Qualche offerta dall'Arabia l'ho ricevuta, per il momento sto bene alla Lazio. Se poi fra un paio d'anni non sto più bene alla Lazio o mi finisce il contratto, qualcosa posso prenderlo in considerazione. In questo momento sto bene a due ore di macchina da casa e quindi non ho motivazioni per prendere in considerazione questa cosa. Koulibaly? Ho letto che prende 90 milioni per tre anni, è un qualcosa che deve prendere in considerazione. Sistema la famiglia per generazioni".
Sarri ha poi parlato del mercato in entrata e uscita: "Berardi è un giocatore del Sassuolo. È uno dei calciatori che mi piacerebbe allenare, così come ce ne sono tanti altri. Nel Sassuolo ce ne sono tanti di giocatori che a me sarebbe piaciuto allenare. Per esempio Frattesi, Maxime Lopez è un giocatore che mi intriga. È sempre stata una squadra che per filosofia ha avuto dentro due o tre giocatori che a me piacevano. Se parli di Berardi io devo fare un passo indietro perché ho troppo rispetto del Sassuolo per parlare di Berardi”.
Su Milinkovic ha aggiunto: "È un problema per la società, è chiaro che per me potrebbe essere una risorsa. Dipende tutto da quanto il ragazzo è coinvolto dalla situazione. Un Milinkovic con la testa libera è un giocatore di livello straordinario. È un giocatore che con noi tra gol e assist in due stagioni ha creato una quarantina di situazioni. Quindi si sta parlando di un giocatore straordinario che ora ha una vicenda contrattuale che non so a che conseguenze possa portare. È un problema societario, è una risorsa tecnica, però poi lì si va in una scelta che è puramente societaria”.
Sulla punta che gli piacerebbe Sarri ha dichiarato: "Dipende dalle situazioni che sono in divenire. Se noi abbiamo la necessità di tenere sempre Felipe da attaccante esterno è chiaro che deve arrivare un giocatore più pronto. Se noi abbiamo attaccanti esterni in buon numero, è chiaro che possiamo prendere anche un giovane da tirare su e nel frattempo si può utilizzare qualche volta Felipe anche da attaccante centrale, cosa che tra l’altro ha fatto anche bene durante questa stagione. Queste situazioni vanno viste sempre nel complesso della rosa che ti sta venendo fuori”.
L'allenatore della Lazio ha poi parlato della Juve e del suo ex collega Giuntoli, approdato in bianconero: "È l’uomo giusto per questo momento storico della Juve. Devono ricostruire e Cristiano è un fenomeno in queste situazioni. Penso sia il momento giusto per andare alla Juve, purtroppo per noi della Lazio metterà a posto la situazione. Non so la velocità dell’approccio, so che alla fine risolverà la situazione. Giuntoli ha delle qualità importanti, la più importante è il coraggio. Non si fa il problema di mettere sul mercato un giocatore importante e dall’altra parte prendere uno sconosciuto. Questa è sempre stata la sua grandissima forza: il coraggio unito alla competenza che ha lui, che ha anche un grande collaboratore come Beppe Pompilio, lo porta a fare grandi cose”.
Sarri ha poi affrontato l'argomento legato alle difficoltà di Allegri: "Un allenatore di questo livello può star fermo anche due anni però ci sono situazioni che ti servono anche per ricaricarti. Massimiliano mi sembra che quest’anno abbia dovuto gestire una stagione con delle difficoltà enormi, tra infortuni e tutto quello che è successo intorno alla Juve; è chiaro che si è trovato in una situazione di estrema difficoltà. È un anno che non va preso troppo in considerazione”.
Alla domanda sul perché le valutazioni tra la sua esperienza bianconera e le ultime due di Allegri siano state così diverse, ha risposto: "Penso che sia cambiato anche il contesto. In quel momento lì la Juve veniva da otto scudetti di fila, aveva fatto due finali di Champions e tutti pensavano fosse naturale vincere lo scudetto e andare avanti in Champions. A me è stato rimproverato un percorso in Champions dove ho fatto sei vittorie, un pareggio a Madrid contro l’Atletico e una sola sconfitta, che con le regole di oggi saremmo andati a supplementari. Con una squadra considerata scarsa ma che se non ricordo male il turno dopo ha mandato fuori il City. Però in quel momento la visione della Juventus era che dovesse essere il top d’Europa, in maniera non del tutta logica, perché all’epoca era decima o undicesima per monte ingaggi e per fatturato in Europa”.
Non poteva mancare un accenno a Mourinho: “Io personalmente non sento la rivalità con lui. L’ho sempre detto, a me è una persona che è anche simpatica. Nelle rare volte che ci ho parlato è una persona intelligente: in un Chelsea-Manchester United è successo anche qualcosa di cui si poteva approfittare e non l’ha fatto. Per questo io ho grande rispetto per lui”.