Wolfgang Rieke, il camionista tedesco che lo scorso 30 novembre scorso travolse e uccise il campione di ciclismo Davide Rebellin, sarà estradato in Italia e ora spetta alle autorità dei due Paesi concordare tempi e modi perché sia consegnato ai carabinieri. La decisione risale in realtà a circa un mese fa, quando il camionista fu rimesso in libertà, e il suo difensore, l’avvocato Andrea Nardin, ha già presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Venezia chiedendo che la misura cautelare venga annullata o per lo meno sostituita con gli arresti domiciliari (udienza il 14 luglio), ma per la prima volta da quel terribile giorno è stato possibile rileggere le carte dell’inchiesta, da cui emergono dettagli che hanno fatto concludere al giudice che Wolfgang Rieke è "del tutto insensibile a qualsiasi forma di scrupolo" e il suo comportamento denota una "stupefacente assenza di alcun segnale di rimorso".
LA SALIVA USATA PER CANCELLARE LE TRACCE DELL'INCIDENTE - "immediatamente dopo l’urto con il ciclista, il mezzo effettua un evidente sobbalzo - si legge, il camionista scende dal mezzo lasciando lo sportello aperto e si dirige - a piedi verso il corpo esamine". "Il conducente(…) dopo essersi passato la mano sulla bocca, l’aveva strofinata per due volte contro il paraurti, nell’obiettivo di eliminare (con la saliva, ndr) le tracce derivanti dalla collisione con il ciclista". Poi "con passo deciso" risale sul camion e riparte "a velocità sostenuta",
LA FUGA - Mentre la polizia diramava l’avviso di ricerca del suo camion, Wolfgang Rieke avrebbe "evitato le arterie stradali e autostradali principali – scrive il magistrato - in modo da raggiungere il proprio Paese passando per rotte secondarie, così evitando i controlli che nel frattempo erano stati predisposti".
Tutti dettagli che hanno fatto concludere al giudice che il camionista non mostra "alcun segnale di rimorso".