Angelo Moratti lo acquistò nel 1961 su espressa richiesta di Helenio Herrera, sborsando la cifra record di 300 milioni di lire con cui il Barcellona rinnovò il Camp Nou, costruendo un nuovo anello dello stadio: con Luisito Suarez prese allora il via la leggenda della Grande Inter. Al calciatore sopraffino e all'uomo educato, arguto e intelligente, grande conoscitore e intenditore di calcio, è rimasto legato per tutta la vita Massimo, figlio di Angelo, presidente dell'Inter, continuatore della tradizione vincente dei Moratti in nerazzurro. Oggi, nel giorno della scomparsa del più grande regista interista di sempre, è grande il dolore ma dolce il ricordo: "Oltre a essere stato dirigente della mia Inter - ha raccontanto commosso Massimo Moratti - Suarez è stato il più grande campione dell'Inter fino a quel momento. Ci ha fatto fare il salto di qualità, ci ha fatto vincere campionati, coppe europee e intercontinentali. Era completo, eccezionale, con doti fuori dal normale, ricordo un passaggio al volo da cinquanta metri che non ho visto mai più fare a nessuno".
"Oltre a essere stato un co-capitano eccezionale, era un uomo responsabile, serissimo. Come dirigente, è stato un ottimo professionista - ha proseguito l'ex patron nerazzurro - ha fatto anche l'allenatore con me, è stato un amico alla fine della sua carriera. Ha svolto tutti i compiti. Sapevo che non stava bene, era ricoverato al Niguarda, ultimamente era peggiorato. Aveva perso la moglie due anni fa, era rimasto solo. A chi oggi è giovane e non lo ricorda da calciatore e ama i colori nerazzurri, c'è solo da spiegare che è sempre stata una persona che ha fatto il bene dell'Inter. A me rimane in mente questo di Luisito".