Non è vero che Lukaku era sparito. Bastava aprire il suo profilo instagram per vedere dove era, cosa faceva, con chi giocava, come si allenava mentre si negava alle telefonate dei dirigenti dell'Inter e dei suoi ormai ex compagni. Aveva deciso di prendere tempo perché tempo ne aveva concesso alla più storica, acerrima rivale dei nerazzurri: la Juve. Una settimana, dieci giorni, questo gli aveva chiesto infatti il nuovo ds bianconero Cristiano Giuntoli e Big Rom aveva acconsentito: sul tavolo un contratto, quello prospettato dai bianconeri, con un ingaggio vicino ai 12 milioni a stagione, nettamente più alto di quello offerto da Marotta. Lui e il suo avvocato, Sebastian Ledure, si erano così eclissati di fronte alle chiamate dell'Inter che nel frattempo aveva anche raggiunto un accordo con il Chelsea (operazione da 40 milioni in totale, 35 più 5 di bonus, ammontare che pareggia l'offerta fatta anche dai bianconeri ai Blues) ma che si era improvvisamente ritrovata senza l'assenso del giocatore. Insomma, ciò che sembrava scontato, ieri sera è parso chiaro come invece non lo fosse più. Ma come e perché questo sia successo è difficile da capire, riduttivo spiegare il tutto con la volubilità dell'uomo e l'avidità del suo legale. Lukaku ha provato anche a ricucire in extremis con una telefonata nella notte, ma l'Inter gli ha chiuso la porta in faccia, comunicandogli di non essere più interessata e ritirando l'offerta fatta in precedenza al Chelsea. Di certo c'è dunque una sola cosa a questo punto, perché la Juve prima di affondare il colpo deve cedere Vlahovic, operazione non facile né immediata: Lukaku è un giocatore del Chelsea e lunedì è chiamato a presentarsi in ritiro coi Blues, iniziando la stagione con il club che aveva deciso di lasciare un anno fa. Se poi la proseguirà altrove, a Torino, sarà argomento dei prossimi giorni.