FORMULA 1

Budapest chiama Spa, doppia sfida agli... antipodi prima della pausa

 Giro di boa iridato per il Mondiale in prossimità della pausa estiva di agosto

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Un migliaio di chilometri in linea d'aria divide Budapest da Spa-Francorchamps, due autodromi che sono però ancora più distanti (anzi, proprio agli antipodi) per tipologia, storia e "heritage" nel Mondiale di Formula Uno. Saranno però proprio il GP d'Ungheria e quello del Belgio a chiudere - in rapida sequenza - lo scorcio di stagione che precede la pausa estiva, prima della ripresa delle... ostilità con un'altra doppietta: quella a cavallo di agosto e settembre con i due Gp d'Olanda e Italia a Zandvoort e Monza. E se Max Verstappen - comunque vada tra le colline ungheresi e le Ardenne - può andare in vacanza molto sereno, la bagarre alle sue spalle si sta accendendo, causa crisi di risultati del suo compagno di squadra Sergio Perez (più o meno "spiaggiato" a quota 156 punti, novantanove meno di SuperMax), sempre più sotto pressione da parte di Fernando Alonso e Lewis Hamilton, lanciati al suo inseguimento con 134 e 121 punti. Ambizioni logicamente alte (ma prospettive tutte da verificare) in Ungheria e Belgio anche per Carlos Sainz e Charles Leclerc, in stretto ordine di classifica: quanto e settimo, separati da George Russell. Per conservare qualche residua chance di contendere agli stessi Perez, Alonso e Hamilton i gradini bassi del podio iridato, i due ferraristi (83 e 674 punti) e il compagno di squadra di sir Lewis (82) devono a tutti i costi andare in tripla cifra prima di agosto.

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Hungaroring e Spa-Francorchamps: due circuiti che in comune hanno in buona sostanza solo l'andamento movimento sulle ondulazioni collinari ma per il resto - come detto - sono davvero agli antipodi. A metterli d'accordo - ça va sans dire - il solito Verstappen, l'anno scorso vincitore sia in Ungheria (per la prima volta), sia in Belgio, in quest'ultimo caso bissando con una vittoria "vera" il primo posto nel bagnatissimo GP-farsa (non per colpa sua) da due giri dell'anno prima. Due ulteriori occasioni, per l'olandese, di allungare la sua collezione di vittorie consecutive, arrivata a Silverstone a quota sei, "apparecchiando" così un nuovo "rave party" a monocolore orange tra le dune di Zandvoort alla fine di agosto. 

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Alle spalle di Max però la sfida è accesissima e - tra Aston Martin, Mercedes e Ferrari - si gioca molto sulle scelte delle tre squadre di rimanere concentrati sui premi di consolazione 2023 e lo "switch" (anche mentale) sulla prossima stagione. O per meglio dire sull'urgenza di raccogliere risultati significativi nei dodici GP mancanti. Di fatto più di metà stagione, considerando che sono fin qui andati in scena dieci appuntamenti (e ricordando la cancellazione di Imola).

Insomma, un Mondiale ancora tutto da correre, anche se solo per il secondo posto: sia tra i piloti che tra i Costruttori. Da questo punto di vista, a ben vedere l'urgenza di cui sopra non riguarda solo squadre e piloti all'inseguimento dell'alieno Verstappen e dell'astronave Red Bull: interessa soprattutto (e preoccupa) a medio e lungo termine la cabina di regia della Formula Uno stessa.

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