L'INTERVISTA

Orsato, l'arbitro elettricista si racconta: "Agnolin, Maggio, Ibra e l'errore più grande..."

Tra carriera sul campo e idoli del passato: il 47enne di Recoaro Terme intervistato dal Corriere del Veneto

© Getty Images

Le scuole professionali e il sogno di diventare elettricista e poi per scommessa la carriera come arbitro di calcio. Daniele Orsato con i suoi 47 anni è il direttore di gara più anziano d'Italia e anche a livello internazionale. Quella che inizierà il 19 agosto potrebbe essere la sua ultima stagione con il fischietto in bocca. Una carriera cominciata a 16 anni quando un collega di lavoro lo sfidò a provare l'avventura arbitrale. Da lì é iniziata quella che Orsato definisce "un'esperienza di vita" e che ha raccontato al Corriere del Veneto

"Ero convito che il Mondiale in Qatar fosse stata la mia ultima esperienza sul terreno di gioco" ha raccontato. "E invece... sono orgoglioso che la mia Associazione, l'Uefa e la Fifa mi abbiano spinto a continuare. Mi hanno detto che sono un punto di riferimento per i giovani per farli capire che per arrivare in alto servono sacrifici. Non so quando finirà la mia carriera, ma sono pronto ad affrontare quel momento". 

Orsato ha parlato anche di come il calcio è cambiato negli ultimi anni. "Sono partito con le bandierine dei guardalinee in legno - ricorda - e ora abbiamo quelle elettroniche, gli auricolari e il Var. Il mio idolo era Agnolin. Oggi prendere per la maglietta Maradona o i giocatori per le braccia come fece lui non è più consentito, ma lui sapeva come farsi rispettare in campo". 

Un arbitro sul campo non deve far trasparire emozioni e garantire l'imparzialità, ma anche un direttore di gara ha il proprio calciatore preferito e quello di Orsato è stato Cristian Maggio. "Lo conosco da tanti anni, ha fatto la mia stessa scuola. Lui è il simbolo del rispetto e dell'educazione. Ho sempre stimato anche Javier Zanetti, un campione a cui l'errore arbitrale non è mai interessato perché era conscio che fa parte del gioco". Il 47enne di Recoaro Terme ha voluto ricordare anche il suo più grande errore. "Nella mia terza partita di serie A, un Sampdoria-Atalanta, diedi un calcio di rigore d'istinto. Sugli sviluppi di un cross il pallone finì sullo stomaco e non sul braccio di un giocatore nerazzurro, ma io inizialmente vidi il contrario. Lui mi fece vedere lo stampo del pallone, ma un arbitro deve difendere le proprie decisioni e io difesi la mia anche se era sbagliata".

Il giocatore che più ha impressionato Orsato in 30 anni di carriera è Zlatan Ibrahimovic. "Quando lo guardavo in campo perdevo la concentrazione - ammette l'arbitro vicentino -. In un Lazio-Inter del 2009 durante un contropiede sollevò al cielo il piede portandosi avanti la palla con il tacco. Con quella mossa scavalcò gli ultimi due difensori, tirò in porta e segnò. Restai di sasso. In un Inter-Fiorentina invece dopo avergli assegnato una punizione mi disse: "guarda che gol faccio adesso". Posizionò la sfera e tirò una cannonata che entrò in rete. Poi si girò e mi disse sorridendo: hai visto cosa ho fatto? Restai senza parole". Dopo 274 gare tra serie A, Champions League, Europei e Mondiali ed essersi creato una playlist fidata da ascoltare prima dell'inizio delle partite ora è tempo di pensare al futuro per Orsato. "Sono pronto a diventare allenatore degli arbitri e mettere a disposizione tutto ciò che ho imparato".

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