MAX VERSTAPPEN: VOTO 10
Business as usual per il campione olandese che - infilando senza tante storie Hamilton fa la differenza al via, per poi essere da lì in avanti come... risucchiato verso l'ennesima vittoria (vi risparmiamo gli ormai stucchevoli dettagli) di una stagione che si avvia a consegnargli su un piatto d'oro il terzo titolo iridato. Questo sì è bene precisarlo, perché i "pari grado" rispondono (o meglio, accadrà tra un paio di mesetti) ai nomi di Jack Brabham, Jackie Stewart, Niki Lauda, Nelson Piquet e Ayrton Senna.
LANDO NORRIS: VOTO 8,5
È stato l'unico a provare a rompere le uova nel paniere a Verstappen. In realtà è riuscito solo a danneggiare la coppa del vincitore sul podio, ormai fuori tempo massimo. Scherzi a parte, Lando fa il bis del secondo posto di Silverstone con una prova volitiva e solida al tempo stesso, "aggiustata" a suo favore (nei confronti dell'arrembante compagno di squadra) dal ponte di comando McLaren in occasione del primo pit stop. Il nostro ringrazia e guarda ben oltre le pertinenze di Woking, lanciando a George Russell la sfida per prendere un giorno il posto di Sir Lewis nei cuori degli "armchair enthusiasts" britannici.
LEWIS HAMILTON: VOTO 6
Ecco, il suddetto baronetto non ha la minima intenzione di abdicare. Certo che a Budapest la strepitosa pole del sabato non è stata seguita da una performance domenicale altrettanto smaltata. Persa la prima posizione al via (e poi anche la seconda e la terza appena dopo), il sette volte iridato si è rimboccato le maniche, dando vita ad una prestazione "operaia" che lo ha portato sì lontano ma solo nel senso del traguardo, visto che la posizione... beh quella è rimasta. Per comodità, GEORGE RUSSELL: VOTO 6,5. Due caselle peggio del compagno di squadra nel ranking finale, mezzo punto in più in pagella perché George è partito da fondo griglia e ha caricato a testa bassa per tutto il GP, senza mai dimenticare di tenere la testa stessa ben avvitata sul collo.
CHARLES LECLERC&cCARLOS SAINZ: VOTO 6
Immaginiamo che non amino essere accomunati qui (e da qualsiasi altra parte) ma Charles e Carlos strappano entrambi la sufficienza, "appiattita" (al pari delle rispettive ambizioni) da una Ferrari (intesa come team) che ha urgente bisogno di una rotta nuova, casomai rivoluzionaria e da una Ferrari (intesa come SF-23) che non può - non esiste - soffrire forza e direzione del vento come fosse una barchetta di carta sul pelo dell'oceano in tempesta. Sainz incassa in silenzio una strategia che lo penalizza (ma è capitato anche a Charles) dopo uno strepitoso scatto al semaforo. Gara compromessa in corsia box per Leclerc. Pistola difettosa ed eccesso di velocità: per non farsi mancare nulla.
OSCAR PIASTRI: VOTO 7
Dopo un avvio di Mondiale (e di carriera in Formula Uno) giudizioso e circospetto, il ventidue talento di Melbourne sta iniziando a ripagare i suoi estimatori. E i suoi datori di lavoro, che è anche un bel po' più importante. Perde smalto sulla distanza dei settanta giri ma il futuro gli appartiene e per Oscar sembra già quasi presente.
DANIEL RICCIARDO: VOTO... 13
Tredici come la sua casella di partenza e come quella dell'ordine d'arrivo. Regolare e affidabile. Al suo rientro in pista da pilota titolare con Alpha Tauri, l'australiano se l'è giocata alla pari con il compagno di squadra Yuki Tsunoda (ci sarebbe mancato altro, possiamo dirlo?) ma servono numeri ben più convincenti per contendere a SERGIO PEREZ (VOTO 7 per il "brodino" da podio ungherese) il volante della seconda Red Bull. Dategli tempo, dite? Beh ma non è che Daniel ne abbia più tanto davanti per dire la sua nel Mondiale.
GUANYU ZHOU: VOTO 4
Qualifiche da sogno, GP da incubo. Non conosciamo bene le abitudini orientali ma crediamo che qualche milione di suoi connazionali avesse preso posto sul divano nella prima serata cinese per seguire le gesta di Guanyu. Dopo quindici secondi (quelli necessari per tamponare Ricciardo al via) sono usciti tutti quanti a fare quattro passi in centro, abbandonando il pilota dell'Alfa Sauber al suo destino.
ESTEBAN OCON&PIERRE GASLY: SENZA VOTO
Un giro e basta per Pierre, addirittura due per Esteban! Stop, fine, GP terminato. L'effetto-farfalla travolge il duo Alpine. Un battito d'ali (la frenata mancata di Zhou addosso a Ricciardo) che si riverbera ad oltranza: Daniel colpisce Esteban, quest'ultimo fa lo stesso con Pierre, scatenando la tempesta che lascia le due monoposto del team bleu "spiaggiate" dall'altra parte dell'oceano, anzi in corsa box.
FERNANDO ALONSO: VOTO 5
Irriconoscibile, quasi apatico, ben più e prima ancora che insufficiente. Aston Martin in caduta libera da inizio estate e lui - Fernando - che non dice nulla, non ironizza via radio, non pesta i pugni sul tavolo. Ma sì, lo avrà fatto nel chiuso del motorhome del team. Solo che, quando è così... ormai è tardi, l'inerzia del Mondiale è un'altra. Mercedes e McLaren sono davanti: nei fatti e comunque in prospettiva. Limitatamente a Budapest, lo è anche la Ferrari!