Ci sono molti motivi per correre la Stralivigno: la distanza, il percorso, il paesaggio, l'organizzazione, il clima. Anche il calore degli spettatori, con il passaggio iniziale per le vie del paese che rende i primi tre chilometri di gara alquanto partecipati. Si corre tra i 1800 metri e i 2050 di altitudine del Piccolo Tibet lombardo, divenuto nel corso sempre più punto di riferimento di molti atleti professionisti che qui svolgono la rifinitura estiva della propria preparazione. La mezzamaratona che si è corsa lo scorso weekend è già da tempo tradizione e garanzia di divertimento (e fatica) anche per centinaia di amatori, una gara che nell'ultimo decennio ha accresciuto il proprio profilo internazionale, richiamando oltre agli appassionati provenienti da tutta l'Italia anche tanti runners stranieri: Norvegia, Svizzera, Portogallo, Gran Bretagna, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca e Olanda i Paesi europei rappresentati. Un'edizione, la prima firmata Brooks, con un percorso rivisto e rivisitato, molto vario, divertente e come sempre spettacolare. Pienamente promosso. Ventuno chilometri ben miscelati tra strada e sentiero, pista ciclabile e single-track, tre strappi decisi, parecchi mangia-e-bevi e un finale filante: tracciato molto impegnativo (il dislivello positivo totale supera i 400 metri) ma sicuramente appagante. La fatica, poi, è compensata dallo spettacolare natura nella quale si è immersi. Certo tra lunghezza, dislivello e altitudine non è una gara da prendere sottogamba, ma la sua collocazione ibrida, con il giusto mix tra trail e corsa su strada, ne fa un appuntamento perfetto per gli amanti dell'una come dell'altra "disciplina". I tempi? Beh, si passa dall'ora e diciotto minuti del vincitore Mattia Gianola e dall'ora e 32 minuti della prima donna, Ivana Iozzia, sino alle 3 ore e trenta del tempo massimo consentito. Insomma, diciamo che c'è spazio per qualsiasi tipo di performance. Quindi, se amate la corsa e la montagna, fissate in rosso sul calendario l'appuntamento con fine luglio 2024. Ne vale la pena.
MATTIA GIANOLA: "VITTORIA INATTESA, GARA MOLTO VELOCE"
Tra gli uomini, come detto, il successo è andato a Mattia Gianola del Dinamo Team SSD ARL (fra l'altro già terzo alla Brooks Livigno Skymarathon del mese scorso) che con il tempo di 01:18:47 ha preceduto al traguardo Roberto Fregona e Massimo Galliano: "È stata una gara veloce, in cui sapevo di avere avversari di grande livello. Non mi aspettavo di vincere, ma quando indossi il pettorale non si fa altro che spingere, fino alla fine. E così ho fatto".
IVANA IOZZIA: "E' LA MIA GARA, PERCORSO MOLTO CORRIBILE"
Tra le donne ennesima conferma per Ivana Iozzia, atleta del team Calcestruzzi Corradini, arrivata ormai al suo sesto successo, il secondo consecutivo: "È la mia gara perché è molto corribile, e il percorso permette di rilanciare bene dopo le salite e le discese. Sono andata in testa fin da subito, e non l’ho più lasciata. Mi è piaciuta molto anche la variante nuova che rende ancora più spettacolare e difficile il tracciato" La Iozzia ha chiuso col tempo di 01:32:03, staccando nettamente Debora Benedetti e Francesca Mottalini, le altre due atlete sul podio.