NEGLI USA

La Juve non molla Kessie, ma niente colloquio tra Giuntoli e l'ivoriano

I bianconeri sono a buon punto nella trattativa con il Barça, il direttore tecnico rientra però in anticipo in Italia e non lo incontrerà personalmente

La Juventus vuole a tutti i costi Kessie. La coppia Allegri-Giuntoli lo ritiene fondamentale nello scacchiere del nuovo centrocampo bianconero. L'accordo con il Barcellona è vicino. Secondo la Gazzetta dello sport si sta lavorando su un prestito con diritto di riscatto che si trasformerebbe in “obbligo” al raggiungimento di determinate condizioni, ancora non definite e oggetto della trattativa in corso. Il tutto per una spesa intorno ai 10-15 milioni più bonus

Il Barcellona realizzerebbe così una plusvalenza, risparmiando 6 milioni di ingaggio per un giocatore che non sarebbe nemmeno titolare. Giuntoli aveva intenzione di incontrare Kessie a Los Angeles, approfittando del fatto che anche la Juve si trova nella città californiana, ma i suoi piani sono cambiati: il dirigente bianconero ha scelto di anticipare il ritorno in Italia (la squadra rientrerà solo il 4 agosto), segno comunque che sono giorni caldissimi per il mercato.

Sul fronte Kessie però, i bianconeri devono fare i conti con il pericolo inglese. I blaugrana, svelano dalla Spagna, preferirebbe cedere la mezz'ala in Premier League? Il motivo? Economico. L'incasso sarebbe immediato e decisamente più alto di quello che può garantire la Vecchia Signora. L'ex Milan non avrebbe chiuso la porta, anzi, ma preferirebbe approdare in una delle 'big six' inglesi. Fino ad ora però, si sono fatti avanti solo club 'minori' come Aston Villa o Wolverhampton.  

Tornando al centrocampo, i bianconeri devono sempre prima ragionare sugli esuberi, soprattutto in mezzo al campo. C'è, per esempio da capire il futuro di Zakaria, McKennie e Pogba. Per lo svizzero c'è sempre il West Ham e ci sono i sondaggi di Lipsia e Bayer Leverkusen. McKennie potrebbe restare in Premier o trasferirsi in Bundesliga o in Turchia, mentre il futuro di Pogba dipende anche dal continuo corteggiamento degli arabi dell’Al Ahli, che rende incerto il futuro a Torino del francese.