Tra passato, presente e futuro, Giacomo Raspadori ha concesso una lunga intervista al 'Mattino'. Una grande prima stagione al Napoli la sua, con la ciliegina sulla torta della rete alla Juventus che di fatto ha consegnato lo scudetto agli azzurri dopo 33 anni. "C’è tanta magia in quel gol, ma lo scudetto ha tanti momenti importanti. Forse ancora di più la vittoria con l’Atalanta - ha dichiarato l'ex Sassuolo -. Ma il ritorno a casa, dopo quel successo, è qualcosa che mi resterà per sempre dentro, anche perché io rientravo da un infortunio: per i tifosi avevamo vinto già lo scudetto, è stata una festa straordinaria, unica". Le prime impressioni sul nuovo tecnico, Rudi Garcia: "Ottime. Sia sotto il profilo umano che tattico. I suoi principi di gioco e le sue idee li stiamo imparando in questi giorni di ritiro che per noi sono importantissimi. Garcia è già in perfetta sintonia con tutti noi. Sta facendo le cose giuste, stiamo lavorando bene con sensazioni ed energie positive".
Raspadori ha anche parlato delle differenze tra Spalletti e il tecnico francese. "Io vedo tante cose simili. Nella gestione del gruppo, per esempio, che è un aspetto che conta tanto e dove tutti e due sono dei maestri. Spalletti e Garcia hanno la voglia di fare un calcio propositivo dove bisogna arrivare al risultato tramite il gioco. Ed è una cosa che piace a tutti noi".
Anche l'attaccante azzurro è rimasto sorpreso dall'addio di Spalletti. "Sì. Perché era stato fatto un grande percorso e perché nel calcio i cambiamenti spesso avvengono quando le cose vanno male. Però lui ha preso la sua decisione, nel calcio e nella vita non ci sono cose giuste o sbagliate".
Sul suo ruolo. "Mi sento attaccante, è quella la mia natura. Mi piace occupare quella posizione lì in campo. Ma poi posso giocare dove vuole Garcia, stiamo provando anche altre soluzioni, mi va bene anche in difesa se c’è bisogno. Con Spalletti ho avuto già questo genere di evoluzione tattica e sono pronto in questa stagione a continuare".
Il segreto della scudetto. "La continuità. Non è stato lo scudetto di questa o quella partita, dei singoli gesti: è stato il modo con cui abbiamo sempre affrontato ogni avversario a farci trionfare. Già vincere un campionato è motivo di orgoglio, ma farlo qui, in una città che trasmette passione in ogni angolo, che trasmette il suo amore per questa squadra in ogni gesto, è un motivo di orgoglio doppio. E poi anche questa attesa interminabile: 33 anni dopo aver riportato qui lo scudetto è qualcosa di pazzesco".
Rischio troppa euforia. "Vedendo questi giorni di ritiro, è un rischio che non c’è, è un problema che non esiste. Certo, può sembrare fisiologico un eventuale calo dopo aver raggiunto un traguardo storico, ma siamo giovani, professionisti che hanno una gran voglia di vincere e non fermarsi. Non succederà".