Un libro a settimana: Stelle di David

Come il genio ebraico ha rivoluzionato il calcio

Alcuni dei più grandi giocatori della storia del calcio sono diventati dei campioni grazie al lavoro e alla meticolosa preparazione tecnica di allenatori di origine ebrea. Questa la teoria che è alla base del libro di Niccolò Mello “Stelle di David, come il genio ebraico ha rivoluzionato il calcio” edito da Bradipolibri. Si parte da Sindelar per arrivare addirittura a Pelè, passando per Meazza, Valentino Mazzola, Pedernera, Liedholm, Puskas ed Eusebio. Il meglio del meglio, insomma. O qualcosa di simile.

Di certo c’è comunque il fatto incontrovertibile che allenatori come Hugo Meisl, il padre del “Wunderteam”, la Nazionale austriaca più forte di sempre, Arpad Weisz, l’uomo che ha fatto debuttare Meazza e che ha finito i suoi giorni ad Auschwitz, Imre Hirschl, l’allenatore che ha messo le basi al River Plate conosciuto poi dal resto del mondo come la “Maquina”, Ernest Erbstein, la guida tecnica del Grande Torino e Bela Guttmann, l’eroe dei due mondi, capace di far progredire il calcio in Brasile prima di vincere due volte la Coppa dei Campioni in Europa, siano tra le figure più importanti nell’evoluzione tattica dello sport più popolare al mondo. Con una caratteristica in comune.

La passione per un gioco basato sul possesso di palla e l’intercambiabilità dei ruoli. Un po’ l’Olanda del calcio totale con qualche decennio di anticipo. Meisl, cresciuto con la leggenda inglese Jimmy Hogan, uno dei pochi allenatori d’Oltremanica schierati apertamente contro il kick and rush made in England, ha saputo creare una Nazionale spettacolare, fondata su un tiki taka ante litteram con tanto di falso nueve, il grande Sindelar, chiamato a risolvere le partite partendo da posizioni arretrate. Weisz ha vinto il primo campionato a girone unico alla guida dell’Inter prima di conquistare due scudetti a Bologna, successi che non sono bastati a evitargli la persecuzione nazista. Riscoperto solo recentemente, ha un posto d’onore nella storia del calcio per essere stato uno dei più profondi studiosi del gioco, coniugando in modo esemplare le due scuole maggiormente in voga negli anni ’30: il Metodo e il Sistema (o WM).

Erbstein ha saputo miscelare in modo armonioso e organico la classe di giocatori straordinari, come Valentino Mazzola, Loik e Gabetto, con una perfetta interpretazione del WM inglese portando quel Torino nella leggenda. Fino al tragico schianto di Superga. Bela Guttmann, passato colpevolmente alla storia per la maledizione europea lanciata al Benfica al momento dell’esonero dopo le due Coppe dei Campioni successive vinte alla guida del club di Lisbona, è in realtà uno dei massimi teorici del calcio. Insieme a Gustav Sebes, il Commissario Tecnico della grande Ungheria, può essere considerato uno dei padri del calcio moderno.

La rivoluzione del quarto difensore, con Metodo e Sistema si giocava a tre, ha dato il via a un nuovo modo di concepire il gioco. Si può considerare l’inventore del 4-2-4 che, esportato al San Paolo negli anni cinquanta, ha ispirato il Brasile di Pelè campione del mondo nel ’58, ’62 e ’70. Il genio ebraico, insomma, ha contribuito indiscutibilmente all’evoluzione del calcio.

TITOLO: Le stelle di Davide
AUTORE: Niccolò Mello
EDITORE: Bradipo Libri
PAGINE: 270
PREZZO: 15 euro

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