Il prolungamento di un anno di Alex Marquez con Gresini Racing (peraltro meritato, anche se a corrente alternata il ventisettenne spagnolo sta facendo bene) accende il mercato piloti della MotoGP e soprattutto quello interno alla galassia Ducati. Non solo per via del fattore quantità (otto moto di Borgo Panigale in vari allestimenti sulla griglia). L'imprevista candidatura al titolo di Marco Bezzecchi lancia il romagnolo verso il sellino di una Desmosedici... all'ultimo grido: quella di cui oggi possono disporre solo i due piloti del team Lenovo ovviamente e quelli del team Prima Pramac. Uno dei quali - Jorge Martin - è con e contro Marco uno dei due candidati a spodestare dal trono Francesco Bagnaia. Missione molto complicata per entrambi. Di fatto però, anche se le differenze sull'asfalto non sono così evidenti, Bezzecchi parte formalmente da più... lontano (dispone "solo" di una GP22 evoluta) ed è terzo nel ranking con 167 punti, solo sei in meno del diretto rivale madrileno, a sua volta distante quarantun punti dal campione in carica.
Se si è meritato un posto nel team Ducati factory Enea Bastianini con quattro vittorie l'anno scorso in sella alla Desmo by Gresini, non c'è ragione per la quale non debba poter mettere le mani e tutto il resto su una GP23 per la prossima stagione Bezzecchi, che ha vinto due GP "full distance" e una Sprint nella prima metà (anzi meno) del Mondiale in corso. Quella Pramac è la... Prima opzione. Senza peraltro dimenticare che - classifiche alla mano - una Desmosedici puntualmente aggiornata resta una moto vincente e potrebbe facilmente esserlo anche nel 2024, stante il livello della concorrenza giapponese e al netto dei margini di crescita Aprilia, naturalmente.
Ad immolarsi suo malgrado sarebbe in questo caso Johann Zarco, perennemente alla caccia della prima vittoria nella premier class e forse nemmeno compiere la missione entro l'anno sarebbe sufficiente a conservare il posto: vittoria e conferma non sono strettamente legate, se la stretgia Ducati punta altrove. Il trentatreenne pilota di Cannes potrebbe passare alla Honda (non una grande prospettiva, di questi tempi, se punti a rompere il ghiaccio con il podio alto) e nello specifico quella del team LCR Cecchinello che perderà Alex Rins (passato alla Yamaha Monster a posto di Morbidelli) e quindi al fianco dell'apparentemente inamovibile ma anche piuttosto inconsistente Takaaki Nakagami.
Sulla Desmosedici VR46 eventualmente lasciata libera da Bezzecchi potrebbe salire Franco Morbidelli, al quale il team del nove volte iridato Rossi potrebbe lanciare un provvidenziale salvagente. Silurato da Yamaha dopo cinque anni di militanza giapponese, il vicecampione del mondo MotoGP del 2020 farebbe così il suo ritorno all'ovile, andando a formare con Luca Marini (inamovibile quanto e più di Nakagami alla Honda) una coppia di piloti ancora tutta tricolore ma quasi certamente dal potenziale meno evidente e in prospettiva dalle ambizioni più contenute.
D'altra parte, nessuno dei piloti in bilico sembra disposto - almeno in questa fase del mercato, a settembre chissà - a spostare il focus dalla MotoGP alla Superbike, solo per pensare all'alternativa più prossima e logica. Da Morbidelli che ha delle rivincite da prendersi a Zarco che ha (almeno!) una vittoria da prendersi a... Fabio Di Giannantonio.
Già, resta da prendere in considerazione (chiudendo il cerchio aperto con il giovane Marquez) la seconda Ducati in dotazione a Gresini Racing: quella con la quale Di Giannantonio sta portando avanti (dalla scorsa stagione) un apprendistato più che dignitoso ma oggettivamente poco efficace, illuminato da qualche isolato exploit, soprattutto in prova. Il romano quest'anno è salito di livello, avvicinando (e qualche volta centrando) la top ten dell'ordine d’arrivo ma - nonostante i suoi soli venticinque anni - il tempo non è proprio dalla sua parte. Honda Cecchinello potrebbe essere anche per Fabio un'opzione percorribile? Intanto la Desmosedici attualmente contraddistinta dal numero quarantanove fa gola a molti o per meglio dire potrebbe a breve diventare un approdo importante per la... concorrenza, dentro un mercato - ducatista in particolare - da grandi manovre e pronto ad infiammarsi.