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Per l'Inter di Inzaghi una sola grande incognita: i prossimi 15 giorni di mercato

La vittoria contro il Monza ha dato indicazioni importanti sulla rosa nerazzurra

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Cosa lascia dietro di sé la vittoria dell'Inter nell'esordio di campionato contro il Monza? Diverse considerazioni. Ma la prima, probabilmente, è che la sola grande e vera incognita per Simone Inzaghi ora come ora è rappresentata dalle prossime due settimane di mercato. Perché se arriverà, come desiderato e chiesto espressamente dal tecnico nerazzurro, il difensore centrale di grande spessore per il quale Marotta e Ausilio stanno lavorando, allora la rosa sarà realmente completa. Altrimenti no. Se poi l'Arabia da minaccia si facesse opportunità e portasse in dono un'offerta per Correa, un ultimo innesto in attacco potrebbe allora chiudere al meglio, oltre ogni aspettativa, un colossale e proficuo restyling.

Uno striscione, ieri sera, ha campeggiato a inizio partita in Curva Nord: "Società, rispetto per gli interisti". Un messaggio chiaro per il presidente Zhang. La palla ora passa a lui. Il management interista, il suo, lo sta già facendo. La squadra, e il tecnico, pure. La vittoria sul Monza, si diceva, ha detto tante cose. I meccanismi di gioco sono rodati, l'atteggiamento consolidato, la tenuta atletica già molto buona. I doppi ruoli, poi, sono un'ottima garanzia. Sulle fasce, ad esempio, con l'intercambiabilità delle coppie, da Dimarco-Dumfries a Carlos Augusto-Cuadrado c'è ricchezza di soluzioni. Così in mediana, perché se Frattesi è il primo cambio dietro Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan e in panchina possono restare due come Sensi a Asllani, significa che la coperta è sicuramente lunga. Della difesa si è detto. Ieri mancava Acerbi ma De Vrij è tornato quello che era: la qualità c'è, numericamente però il reparto è in deficit. E poi l'attacco. Lautaro non è capitano per caso: bomber lo era già, leader lo sta diventando. Trascinatore. Attorno a lui hanno ruotato due profili diversissimi. Entrambi potranno dare molto. Thuram deve crescere e integrarsi, è più esterno che prima punta, ha piedi buoni, strappi e forza fisica: i margini di miglioramento sono ampi. Arnautovic? Un assist riuscito, uno sfiorato, una conclusione stoppata, un colpo di tacco che ha infiammato San Siro, una difesa della palla da colosso dalla tecnica raffinata. L'impressione è che possa legare molto bene con Lautaro, quasi condensasse in sè le caratteristiche degli ultimi due partner del Toro, la potenza di Lukaku e la visione di gioco di Dzeko. Resta invece aperta la questione Correa, rimasto in panchina per scelta tecnica, con Mkhitaryan avanzato alle spalle di Arnautovic all'ingresso di Frattesi. Se non è una bocciatura è per lo meno un chiaro avvertimento: se Inzaghi avesse avuto al proprio fianco un Alexis Sanchez, per fare un nome non certo a caso, avremmo probabilmente assistito a scelte differenti. Ma tant'è, di buono c'è stato tanto, sottolineando i tre punti contro un Monza che è squadra ostica e molto ben organizzata. Inzaghi e i suoi ragazzi hanno "rispettato" gli interisti, ora tocca alla società - come chiesto dai tifosi - fare altrettanto.